Coronavirus, i raggi ultravioletti combattono il virus

Da un’idea nata in emergenza alla produzione del primo armadio sterilizzante con raggi ultravioletti per combattere in vurs.

Coronavirus, I raggi ultravioletti combattono il virus, in arrivo un prototipo – meteoweek

Ci siamo: una nuova via per combattere il virus è stata tracciata. Da un piccolo prototipo costruito in emergenza con pezzi di recupero è nato il progetto di “UV-C Ray Killer”, un armadio sterilizzante ai raggi ultravioletti entrato nelle corsie dell’ospedale Sacco. Medici e infermieri del reparto Covid lo usano per sterilizzare i dispositivi di protezione individuale e gli oggetti di uso personale dei pazienti, che possono così essere riconsegnati alle famiglie senza rischi di contagio. La scoperta ha dell’incredibile e potrebbe avere un peso sull’emergenza sanitaria in corso.

Non è tutto: questa è una storia di successo tutta la femminile. L’idea è nata dall’imprenditrice peschierese Marcella Dal Miglio, titolare della storica azienda di sanificazione ADP Idrosteri. L’idea le è venuta la scorsa primavera, nel periodo di massima saturazione degli ospedali, quando grazie ad un’intuizione si è messa in contatto con il primario del Sacco, l’infettivologo Massimo Galli, per donare il primo esemplare di quello che oggi è diventato l’Armadio UV-C RAY KILLER, entrato in produzione da poche settimane. La donazione ha portato così tanta fortuna che in questi giorni l’imprenditrice Dal Miglio ha ringraziato l’ospedale donando un secondo armadio, questa volta nella versione finale, un armadio che combatterà il coronavirus.

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Marcella Dal Miglio entusiasta dei progressi ha raccontato: “La mia azienda produce lampade sanificanti ai raggi UV-C da molti anni è una tecnologia molto efficace, testata e validata da diversi laboratori di ricerca. E così, quando è scoppiata la prima emergenza sanitaria, ho voluto rendermi utile alla comunità creando un progetto che potesse aiutare medici e infermieri a sterilizzare il materiale di uso quotidiano velocemente e senza utilizzare sostanze chimiche inquinanti. In quei mesi, i dispositivi di protezione individuale non si trovavano più in commercio e perfino gli ospedali erano in sofferenza: la necessità di sterilizzare il materiale in uso era quindi di vitale importanza. Il primo prototipo è stato costruito con il materiale che avevo in magazzino, in quel momento la rete di artigiani che lavorano con me era bloccata dal lockdown, tutta la produzione era ferma”.

Non è la sola a credere fermamente nel progetto: “Il ruolo dei raggi UV-C nella bonifica di oggetti ed ambienti è nota da molto tempo – dice il prof. Massimo Galli, responsabile del reparto malattie infettive dell’Ospedale Sacco –, lo strumento che ci è stato donato consente di sfruttarne le proprietà per sterilizzare, in modo pratico e veloce, senza danneggiarli, gli oggetti personali dei pazienti, compresi i documenti cartacei e piccoli strumenti che non sopporterebbero un altro tipo di sterilizzazione. Un importante ausilio per il nostro lavoro e un non trascurabile contributo alla sicurezza”.

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