ll serial killer è innocente: liberato dopo 20 anni, confessione estorta con la tortura

In Corea del Sud un uomo è stato assolto dopo che il Dna ha incastrato il vero autore degli omicidi. La confessione era stata estorta con la tortura.

Yoon Seong-Yeo, l’uomo ingiustamente condannato all’ergastolo e riconosciuto innocente dopo 20 anni

In carcere per venti anni, ma da innocente. Un uomo ha trascorso due decenni in carcere in Corea del Sud per lo stupro e l’omicidio di una tredicenne, avvenuto nel 1988. Colui il quale era stato giudicato colpevole è stato liberato dopo un nuovo processo, in cui sono venuti alla luce gli errori ma sopratutto le modalità con cui fu estorta la confessione: vere e proprie  torture, utilizzate per far dichiarare a Yoon Seong-yeo – questo il nome dell’uomo innocente ma condannato – colpe in realtà inesistenti. Yoon, oggi 53enne, è stato assolto dal tribunale di Suwon per l’aggressione e l’omicidio dell’adolescente nella sua camera da letto a Hwaseong, all’epoca un’area rurale e poco sviluppata vicino alla capitale Seul.

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La ragazzina fu una delle 10 vittime di un serial killer che fece diverse vittime in quella zona tra il 1986 e il 1991: i cosiddetti ‘omicidi di Hwaseong’. Yoon, l’unica persona arrestata in relazione a quei delitti, era stato condannato all’ergastolo dopo una confessione che oggi i giudici hanno definito non attendibile, perchè estorta con la tortura.

La svolta che ha portato al nuovo processo era arrivata a settembre quando la prova del Dna ha collegato alcuni di quegli omicidi ad un altro indifividuo: Lee Chun-jae, già in carcere dal 1994 per aver ucciso la cognata. Lee ha poi confessato di essere l’autore di tutti gli ‘omicidi di Hwaseong’ e di altri quattro su cui la polizia non ha fornito dettagli. “Come rappresentante della magistratura, mi scuso con l’imputato, che ha sofferto un grande dolore fisico e mentale a causa dell’incapacità del tribunale di essere un bastione per la difesa dei diritti umani”, ha dichiarato in aula il giudice che ha letto la sentenza di assoluzione, “speriamo vivamente che questo nuovo processo sia una piccola consolazione e contribuisca a ripristinare il suo onore”.

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Yoon si è detto “sollevato” dal verdetto che gli permette di liberarsi “di un fardello portato per 30 anni“. Il caso ha suscitato forti polemiche in Corea del Sud dove è molto raro che la magistratura accetti le domande di revisione di un processo. Dopo l’arresto nel 1989 Yoon, allora 22enne senza istruzione reso zoppo dalla poliomelite, si era sempre dichiarato innocente finché la polizia non lo aveva costretto a confessare tenendolo ammanettato per tre giorni senza mai dormire e a malapena mangiando qualcosa. Anche la polizia si è scusata per il trattamento emerso al processo.

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