Dalle zone differenziate al lockdown totale a Natale, Toti: “È un’ingiustizia”

Il presidente della Liguria, Giovanni Toti, si è espresso a proposito dell’eventualità che a Natale il Governo attivi un lockdown totale.

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Giovanni Toti, presidente della Liguria, in conferenza stampa per fare un punto sul Covid. Credit: Giovanni Toti Facebook

Un’ingiustizia. Così il presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti, ha definito l’eventualità che il Governo possa attivare un lockdown totale nel Paese durante le feste di Natale. Lo ha detto in un intervento a Rai Radio 1, sottolineando l’incoerenza che ha accompagnato le decisioni prese dall’esecutivo durante la seconda ondata di coronavirus. Se infatti tra ottobre e novembre Governo e Regioni litigavano su chi si dovesse prendere la responsabilità di varare nuove misure restrittive, e l’Italia veniva divisa in zone di rischio per evitare che i territori meno sotto pressione venissero penalizzati senza motivo, ora la sinfonia è cambiata.

Addio divisioni per zone di rischio

Da quando la Germania ha attivato il lockdown, che durerà per tutte le vacanze di Natale, in Italia si è iniziata a valutare la possibilità di adottare le stesse misure precauzionali. Niente più divisioni per zone di rischio, le regole varranno per tutta la penisola, senza distinzioni. Così le Regioni in cui la situazione negli ospedali è sotto controllo, saranno penalizzate da una chiusura generalizzata proprio nei giorni più redditizi dell’anno per negozi e ristoranti.

Le parole di Toti

Per questo motivo il governatore Toti ha definito un’ingiustizia l’idea di chiudere i cittadini in casa nelle prossime settimane. Tuttavia – come ha fatto il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia – ha dichiarato che si adeguerà alle decisioni prese dal presidente del Consiglio, Giuseppe Conte.

“Se il Governo deciderà la zona rossa per tutta Italia a Natale necessariamente ci adegueremo, però ritengo che sia un’ingiustizia, è ingiusto cambiare le regole in modo ulteriormente restrittivo anche là dove se ne potrebbe fare a meno“, ha sottolineato il presidente della Liguria. E ha avanzato un’ipotesi, nel caso in cui il Governo faccia marcia indietro: “Si potrebbe dare un po’ di fiato a qualcuno che si vorrebbe incontrare a Natale dopo un anno difficile e a qualche impresa che magari è sull’orlo del fallimento”. 

Perché in Liguria “se ne potrebbe fare a meno”?

Il motivo delle proteste di Toti è che, secondo lui, in Liguria la situazione del coronavirus sarebbe sotto controllo e quindi non sarebbe necessario vivere due settimane di lockdown in un periodo in cui invece le famiglie speravano di poter alleviare le sofferenze dell’anno appena passato. Ma perché nella Regione di Toti si potrebbe fare a meno di tale misura? Lo ha spiegato con un post sulla sua pagina Facebook: la Liguria al momento ha un’indice di contagiosità (Rt) sotto l’1, quindi si troverebbe a dover adottare regole che non ha seguito nemmeno quando l’emergenza era molto più grave.

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Il post su Facebook di Toti

Dalle zone di rischio al lockdown totale

“Francamente non riesco a capire perché questo Paese non riesca a tenere le stesse regole per almeno una settimana. Il 3 dicembre abbiamo deciso di dividere l’Italia in zone di rischio diverse, a seconda della pericolosità del Covid: gialla, arancione e rossa. Ora, all’improvviso, prima delle feste… cambio! Abbiamo scherzato, tutta zona rossa. Un po’ come il Cashback: un provvedimento preso per invitare i cittadini a spendere nei negozi e aiutare i commercianti, salvo poi sgridarli come fossero bimbi discoli perché lo hanno fatto! Per favore, un po’ di stabilità emotiva”, ha scritto il governatore sui social media.

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La situazione in Liguria

E ha aggiunto: “Giusto chiudere dove la situazione è seria, ma giusto anche consentire un po’ di vita alle famiglie, ai commercianti, ai ristoranti, ai bar laddove il virus lo consente. Perché la Liguria, ad esempio, che oggi ha un Rt sotto lo 0,7, dovrebbe applicare restrizioni che non abbiamo preso neppure quando la situazione era ben più grave? E perché proprio nei giorni in cui, dopo un anno doloroso e difficile, famiglie e imprese vorrebbero solo prendere un po’ di respiro?”.

Il paragone con la Germania

Infine, Toti ha concluso con un paragone tra Italia e Germania, illustrando il motivo per cui non si può pensare che nel nostro Paese si attivino le stesse misure tedesche. “Con prudenza rispettiamo le regole, ma quelle che ci siamo dati e che stanno funzionando. Senza copiare i vicini tedeschi, che per altro risarciscono chi chiude con l’80% del fatturato. E che comunque applicheranno regole sociali meno draconiane di quelle di cui si parla qui da noi”.

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