Dpcm, l’Italia divisa in tre. Ma se ho una seconda casa, posso andarci?

Quali spostamenti sono consentiti in questa nuova cartina epidemiologica dell’Italia? In questo nuovo stivale diviso in tre colori – giallo, arancione e rosso – quando e dove viene applicato il blocco della mobilità verso le seconde case? Il punto della situazione, perché i colori sono tre ma le sfumature sono tante (e confuse). 

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(Da Getty Images)

All’interno del nuovo Dpcm, illustrato ieri sera dal premier Giuseppe Conte, si è deciso di applicare misure di contenimento più o meno restrittive su base regionale. Viene così delineata una nuova mappa epidemiologica dell’Italia, che applica a ogni regione dello stivale un certo livello di gravità dell’emergenza coronavirus. Tre i livelli: giallo, arancione e rosso (laddove il colore rosso sembra assomigliare in maniera pericolosa al lockdown di marzo e aprile). Ad ogni colore corrispondono misure di contenimento più o meno rigide, in base, appunto, alla gravità della situazione Covid in quella regione. Fin qui, tutto chiaro. La questione, però, si complica ulteriormente se si parla di spostamenti tra regioni. Come ci si comporta in quel caso? Cosa comporta tutto questo nello spostamento da e verso le seconde case?

Tre colori, tre regolamenti diversi

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In linea generale, per semplificare si potrebbe affermare che il raggiungimento delle seconde case è consentito solo tra zone gialle. Con delle eccezioni. Chi abita nelle regioni rosse – Piemonte, Lombardia, Valle d’Aosta e Calabria – non potrà spostarsi nelle seconde case. E’ vietato, all’interno di queste quattro regioni, qualsiasi spostamento interregionale o intercomunale. Salvo, come sempre, casi di necessità: si può raggiungere una seconda casa all’interno della stessa regione solo in caso di lavori urgenti o guasti di grave entità.

Per quanto riguarda le regioni arancioni sarà impossibile raggiungere la seconda casa se questa si trova in un’altra regione. Sarà invece consentito lo spostamento se la suddetta seconda casa si trova all’interno dello stesso comune di residenza. Il Dpcm infatti cita: “Nelle regioni arancioni sarà possibile andare nella seconda casa se si trova all’interno dello stesso Comune di residenza. Allo stesso modo se un cittadino che abita in una regione gialla possiede una seconda casa in una regione rossa o arancione non potrà raggiungerla”. Ad ogni modo, anche in mezzo alle tante sfumature ed eccezioni, il principio di base rimane uno, a volte consigliato, a volte imposto: evitare ogni spostamento non strettamente necessario.


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Lo spostamento tra seconde case sembra consentito in genere, senza l’esigenza di fare appello a eccezioni particolari, solo tra regioni gialle. In queste ultime le limitazioni applicate sono quelle di carattere nazionale, tra cui il coprifuoco dalle 22 alle 5 di mattina. Insomma, giunti alla fine dell’indovinello, la soluzione sembra essere: se si è in una zona gialla, è consentito raggiungere una seconda casa ma solo se quest’ultima si trova in un’altra zona gialla. E sarà possibile farlo sempre, eccetto che negli orari di coprifuoco.

La paura dell’esodo: il Molise predispone la quarantena obbligatoria

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Tuttavia, tutto questo non basta a rassicurare gli amministratori locali. La paura per un probabile esodo dalle zone rosse verso quelle gialle resta tanta, soprattutto perché il Dpcm entrerà in vigore da domani, venerdì 6 novembre. Resta ancora qualche ora per effettuare gli ultimi spostamenti, per fuggire dalle zone rosse. Allora, ad esempio, si è già apprestato a porre rimedio il presidente della regione Molise, Donato Toma, che ha provveduto ad emanare un’ordinanza che impone la quarantena obbligatoria a chi arriva nel territorio molisano dalle zone più a rischio. La motivazione è chiara: “Le misure restrittive operanti dal giorno 6 novembre nelle regioni [..] potrebbero generare un massiccio esodo delle persone attualmente stabilizzate in quei territori verso le regioni non assoggettate a quelle misure, come peraltro già avvenuto in occasione di analoghi provvedimenti restrittivi assunti dal Governo nella fase iniziale della pandemia”, si legge nella nota. Chiunque abbia soggiornato per più di 48 ore negli ultimi 10 giorni nel territorio delle regioni più a rischio è allora obbligato a contattare il proprio medico una volta raggiunto il territorio molisano. Obbligatoria anche la quarantena di 10 giorni.

Perché è inutile spostarsi

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(Da Getty Images)

Insomma, qualora la situazione non fosse abbastanza complessa, per qualsiasi spostamento fino a domani sarà necessario tenere d’occhio anche le ultime ordinanze regionali. L’insieme di queste circostanze porterebbe ad un’unica considerazione: meglio non spostarsi affatto. A maggior ragione se si tiene in considerazione un ultimo elemento: i colori delle regioni potrebbero variare a breve. Questo perché i dati su cui sono state basate le decisioni sono dati vecchi. Istituto Superiore di Sanità, Ministero della Salute e tecnici delle Regioni hanno infatti attribuito il colore a ogni regione in base ai dati riferiti al periodo tra il 19 e il 25 ottobre. Numeri vecchissimi, soprattutto se inseriti all’interno di un quadro di crescita esponenziale. Proprio per questo domani mattina la Cabina di regia dovrebbe valutare i nuovi dati relativi alla settimana dal 26 ottobre al 1 novembre.


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Domani pomeriggio Iss e Ministero della Salute potrebbero illustrare il nuovo monitoraggio, che rischia di modificare il quadro della situazione. Insomma, ancora una volta, il contagio corre più veloce della burocrazia, più veloce della politica. Di fronte a questo fatto, noi dove pensiamo di scappare? Ha veramente senso rincorrere una normativa più clemente, se la normativa è costretta a cambiare volto ogni sette giorni?

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