Nessun bonus per cellulari, auto e rubinetti: mancano i decreti attuativi

Una grande delusione per tutti coloro che, a gennaio, contano di riscuotere il bonus smartphone o quello idrico. Non c’è nessun decreto attuativo e i bonus rischiano di slittare.

Bonus a rallentatore: Bonus auto

Sono numerosi i bonus che partono a rallentatore. Basti pensare al bonus auto per i redditi bassi, quello che dà diritto a uno sconto del 40% sul prezzo di listino, in caso di acquisto di un’auto elettrica per i nuclei con un Isee non superiore a 30 mila euro. Le modalità per l’erogazione del contributo devono essere definite attraverso un apposito decreto del ministero dello Sviluppo economico e del Mef che, verosimilmente, non sarà pronto prima della fine del mese. Dunque l’agevolazione risulterà off limits almeno fino a febbraio. Il problema è che non si tratta di norme auto-applicative e visto che non sono previste sanzioni per i decreti che giungono in ritardo, spesso i tempi per riscuotere gli “aiuti” si allungano. Basti pensare a com’è andata con il Tfs per gli statali, vittima di una via crucis amministrativa che ha ritardato di un anno il varo del Dpcm che ne autorizzava l’emissione.

Nessun bonus

Bonus smartphone

Un altro bonus che non vedrà la luce, per adesso, è quello smartphone. L’intenzione era quella di andare contro il divario digitale di cui beneficeranno i nuclei con Isee, inferiore in questo caso a 20 mila euro. Il telefonino di Stato sarà dato in comodato gratuito, per un anno, a un solo componente del nucleo familiare richiedente, ma non verrà consegnato prima di marzo. Il cosiddetto kit per la digitalizzazione previsto dalla manovra, per diventare operativo, necessita pure lui di un decreto, questa volta del Presidente del consiglio e del ministero per l’Innovazione, che, entro 60 giorni dalla data di entrata in vigore della legge di Bilancio, sono chiamati a stabilire le modalità di accesso all’incentivo

Bonus idrico

Slitta anche il bonus idrico che mette in palio fino a mille euro, da utilizzare entro il 31 dicembre di quest’anno, per le spese sostenute per sostituire sanitari e rubinetti con apparecchi a limitazione di flusso d’acqua. Entro la fine di febbraio è atteso un decreto del ministero dell’Ambiente che faccia chiarezza sulle modalità di accesso a quello che già tutti chiamano bonus rubinetti. Meglio armarsi di pazienza.

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Altri bonus ritardati

Ancora ritardi sul bonus occhiali che ha il valore di un voucher da 50 euro. Questo si tramuterà in uno sconto al momento dell’acquisto. Lo sconto spetta non solo per l’acquisto di occhiali da vista correttivi, ma può essere richiesto anche in caso di acquisto di lenti a contatto. In stand-by pure il nuovo bonus mobili (elevato il tetto di spesa da 10 mila a 16 mila euro) visto che le modalità per accedervi richiedono precise indicazioni dell’Agenzia delle Entrate. La buona notizia, però, è che pure alcuni malus scatteranno in ritardo perché privi dei decreti necessari a far spiccare loro il volo. La revisione dell’auto per esempio da quest’anno costerà di più: l’aumento è di quasi 10 euro (9,95 per l’esattezza) e impatterà sia su chi si reca nei centri privati convenzionati per far controllare il proprio veicolo sia su chi invece preferisce rivolgersi direttamente alla motorizzazione civile. Schivare l’incremento però è possibile, a patto di sbrigarsi. Per diventare operativo l’aumento necessita di un decreto del ministero dei Trasporti, che non arriverà prima di fine mese.

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Mancanza di decreti

Insomma, gennaio sarà il mese bianco dei bonus introdotti dalla legge di Bilancio. Chi sperava di ricevere già in questi giorni lo smartphone di Stato o di ottenere lo sconto di 50 euro su un nuovo paio di occhiali farà bene a mettersi l’anima in pace. Bisognerà aspettare i decreti per attivare i bonus sopra descritti e altri ancora. Tra questi il bonus tv, la cui manovra stanzia altri 100 milioni di euro per favorire il rinnovo o la sostituzione di televisioni che non ricevono programmi trasmessi con le nuove tecnologie. Il comma dedicato alle modalità operative per l’attuazione della disposizione stabilisce che entro 45 giorni venga adottato un decreto del ministero dello Sviluppo economico, di concerto con quello dell’Economia. Ma, anche in questo caso, bisogna solo essere pazienti.

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