Ed ora spunta la zona bianca dal 15 gennaio: in cosa consiste la proposta

La proposta arriva dal ministro Dario Franceschini e consiste nell’istituire dal 15 gennaio una nuova area di rischio: la zona bianca.

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Ed ora spunta la Zona Bianca dal 15 gennaio: in cosa consiste la proposta – www.menteoweek.com – Credit: Pixabay

Il nuovo anno porta con sé una novità nelle aree di rischio Covid in Italia. Si tratta della “zona bianca”, che dovrebbe comprendere i territori in cui la circolazione del virus è meno allarmante, ed è stata proposta dal ministro della Cultura Dario Franceschini con  l’appoggio del ministro della Giustizia Alfonso Bonafede, rispettivamente capi-delegazione del Partito democratico e del Movimento 5 stelle. La misura quindi potrebbe rientrare nel nuovo provvedimento da approvare, dopo il termine del decreto di Natale il 7 gennaio e del Dpcm in scadenza il 15 gennaio. E accompagnerebbe le tre zone “originarie”: gialla, arancione e rossa.

Chi rientrerà nella zona bianca?

L’incidenza dei casi ogni 100 mila abitanti

Il metodo di classificazione delle Regioni italiane saranno gli indicatori del contagio da coronavirus. Migliori saranno i dati, meno rischiosa sarà l’area di appartenenza. In particolare l’indice di contagiosità (Rt), che dovrà essere più basso, e l’operatività delle terapie intensive, che non dovranno essere sotto pressione. Ma quale sarà il limite dell’Rt per rientrare nella zona bianca? La questione è ancora al vaglio del governo ma, stando a quanto riporta La Repubblica, uno dei parametri potrebbe essere il numero di casi Covid inferiore a 50 ogni 100 mila abitanti. Numeri ancora molto lontani dalle realtà italiane, visto che l’ultimo report dell’Istituto Superiore di Sanità e del ministero della Salute riportava nella settimana tra il 21 e il 27 dicembre un’incidenza media in Italia di 305 casi ogni 100 mila abitanti. Il dato più basso lo detiene la Calabria, con 131 casi ogni 100 mila abitanti, che tuttavia resta preoccupante per la sua situazione sanitaria.

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L’indice di contagiosità

Un altro parametro fondamentale sarà – così com’è stato per le prime due ondate di coronavirus – l’indice di contagiosità. Per rientrare in zona bianca, potrebbe essere richiesto un Rt inferiore a 0,5. Anche per quanto riguarda questo dato, stando al report dell’Istituto Superiore di Sanità e del ministero della Salute con riferimento alla settimana tra il 21 e il 27 dicembre, nessuna Regione risponde ai canoni. La più vicina sarebbe l’Abruzzo, con un Rt pari a 0,65. Il cambiamento comporterebbe una modifica anche nella soglia dell’Rt per l’accesso in zona arancione o rossa, che diventerebbe rispettivamente maggiore di 1 e maggiore di 1,25. Al momento comunque restano solo ipotesi, dal momento che le proposte dovranno essere approvate dagli esperti del Comitato tecnico scientifico (Cts).

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Ecco cosa cambierebbe in zona bianca

Stando a quanto emerso finora, i cittadini che si ritroveranno in zona bianca potranno tornare a una “pseudo normalità”. Potrebbe cessare il coprifuoco dalle ore 22 alle ore 5, di conseguenza alla regolare riapertura dei locali pubblici come bar, ristoranti e pub. A riprendere le attività – seppur con tutte le precauzioni del caso – potrebbero essere anche palestre e piscine. In questo caso, gli operatori e i Ministeri della Salute e dello Sport dovrebbero stilare un protocollo per le misure da prendere nelle strutture sportive. Lo stesso discorso – ma seguendo il protocollo degli operatori e i Ministeri della Salute e della Cultura – potrebbe valere per musei, mostre, teatri, cinema e sale da concerto.

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