Processo Open Arms, gli occhi tornano su Matteo Salvini: a Palermo l’udienza preliminare

E’ iniziata nell’aula bunker del carcere Ucciardone di Palermo l’udienza preliminare del processo Open Arms che vede coinvolto Matteo Salvini, accusato di sequestro di persona e omissione di atti di ufficio.

La questione Coronavirus sembra rubare la scena a tutto il resto. Ma, oltre al Covid, all’emergenza sanitaria e politica, alla crisi di governo, al collasso sanitario, le vecchie faccende non vengono meno. E anzi, oggi è il giorno in cui è iniziata l’udienza preliminare a carico di Matteo Salvini nell’ambito del processo Open Arms. L’ex Ministro dell’Interno è accusato di sequestro di persona e omissione di atti di ufficio. Accuse che costerebbero caro al leghista.

Secondo l’articolo 605 del Codice penale, per l’accusa di sequestro di persona Salvini rischia una pena che va dai 6 mesi agli 8 anni di reclusione, che potrebbe essere estesa a 12 anni se riguarda dei minori. Inoltre, in caso di condanna definitiva superiore a due anni, Salvini potrebbe decadere dalla carica di senatore per effetto della legge Severino. Dati i tempi incerti dei due processi, Salvini potrebbe non potersi candidare alle elezioni del 2023, termine naturale della legislatura in corso.

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Così, questa mattina, Matteo Salvini è arrivato nell’aula bunker del carcere Ucciardone di Palermo, accompagnato dal suo legale ed ex Ministra Giulia Bongiorno. Presente il Procuratore capo Francesco Lo Voi, oltre all’aggiunto Marzia Sabella e il pm Geri Ferrara. Zona blindata per consentire l’accesso solo ad avvocati, parti civili e giornalisti accreditati. Tutte le parti civili del procedimento a carico di Salvini sono state ammesse, così come le richieste avanzate da 7 migranti e da undici tra associazioni e altre parti. Si tratta di: Legambiente, Arci, Ciss, Associazione studi giuridici, Giuristi democratici, Cittadinanza attiva, Open Arms, Mediterranea, AccoglieRete, Oscar Camps e il capitano della nave.

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“Salvini non ha agito da solo”

La Procura di Palermo, intanto, ha chiesto al gup di rettificare sul capo di imputazione il numero dei migranti sequestrati che non sarebbero 107 ma 147. Lorenzo Jannelli, della difesa, ha ribadito che a vietare l’approdo della nave Open Arms non è stato solo Salvini, ma l’intera squadra di governo. Quindi, anche Giuseppe Conte. Durante udienza preliminare è stata chiesta, riferisce l’Adnkronos, la produzione di alcuni documenti: la deposizione dell’ex ministro Danilo Toninelli a Catania; i contenuti di una pen drive dove ci sono comunicazioni, mail, libri di bordo della Open Arms; il contratto di governo tra M5S e Lega. Il procuratore capo Lo Voi, però, non si è opposto alla richiesta della difesa di Salvini.

Intanto, su tweet, la Open Arms ha commentato così:  “151 persone, 21 giorni di attesa, 40 persone evacuate per fragilità fisiche e psichiche. Un rapporto dettagliato di Emergency su condizioni psicologiche a bordo. Qualcuno deve rispondere di tutto questo, ci auguriamo che sia fatta giustizia“. Ribatte Matteo Salvini che, sui social, si dice tranquillo e orgoglioso di aver difeso il suo Paese.

 

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