Nuova terapia anti-Covid: sviluppati nanoanticorpi che bloccano il virus

Si era parlato di questa ricerca alcuni mesi fa. Una possibile terapia anti-Covid basata sui nanoanticorpi. Lo studio si è sviluppato lavorando su lama e alpaca.

La terapia impedisce l’ingresso del virus nelle cellule e sembra funzionare anche se subisce delle mutazioni. A metterli a punto, i ricercatori svedesi dell’Istituto Karolinska, insieme a quelli dell’università di Bonn e dello Scripps Research Institute della California, come spiegano sulla rivista Science. A breve un’azienda spin-off dell’università di Bonn testerà i nanoanticorpi in una sperimentazione clinica sull’uomo.

Il team del Dipartimento di Microbiologia, Oncologia e Biologia cellulare del Karolinska Institutet: (da sinistra) Leo Hanke, Ben Murrell and Gerald McInerney

LEGGI ANCHE: Covid, focolaio a Mistretta, si valuta istituzione “zona rossa”

I nanoanticorpi funzionano meglio

Gli anticorpi che bloccano la proteina spike, impedendole di attaccarsi alla cellula umana e aprire la strada al virus, possono essere la strada per fermare l’infezione. Da un punto di vista terapeutico, i nanoanticorpi potrebbero funzionare meglio, perchè sono molto più piccoli e capaci di attaccarsi al virus in più punti rispetto agli anticorpi normali, oltre che più stabili e facili da produrre su larga scala a parità di costi-efficacia. “Abbiamo unito insieme dei nanoanticorpi che si legano a due diversi punti della proteina spike del coronavirus”, spiega Martin Hallberg, uno degli autori dello studio. “Questa combinazione si attacca meglio rispetto ai singoli anticorpi ed è eccezionalmente efficace nel bloccare il virus, impendendogli di diffondersi tra le cellule umane”, continua.

LEGGI ANCHE: Il vescovo di Napoli, cardinale Crescenzio Sepe, positivo al Covid

Funziona anche sulle varianti

Inoltre funziona anche con varianti del virus. “Ciò significa che il rischio che il virus diventi resistente a questa terapia è molto piccolo”, aggiunge Hallberg. Per generare i nanoanticorpi dei lama e alpaca, il cui sistema immunitario produce naturalmente anticorpi e nanoanticorpi, sono stati vaccinati con la proteina spike del coronavirus. Tra i nanoanticorpi generatisi, i ricercatori hanno selezionato quelli che si attaccavano meglio, identificandone quattro particolarmente efficaci. Il prossimo passo sarà usarli in una terapia farmacologia a complemento del vaccino, magari in chi è già stato malato di Covid o come prevenzione per chi non può essere vaccinato o ha un sistema immunitario indebolito.

Impostazioni privacy