Liliana Segre, a lei la laurea honoris causa in Scienze della pace

L’Università di Pisa ha conferito, oggi, la laurea honoris causa in Scienze della Pace a Liliana Segre. La consegna del diploma è avvenuta nel corso di una cerimonia alla quale la senatrice ha partecipato collegata da casa. Visibilmente emozionata, commenta così il riconoscimento: «Mi chiedo come possa proprio io aver ispirato parole e concetti come quelli che ho sentito. Certe mie parole, ripetute, le ho ascoltate da quella nonna che sono e con una pena terribile per quella ragazzina che sono stata. Consapevole e orgogliosa di essere stata forse utile nei percorsi di vita delle persone che mi hanno ascoltato, cercando di trasmettere la forza che c’è in ognuno di noi per la scelta di vita». «Ora sono una laureanda, molto matura e commossa» aggiunge.

La cerimonia si è tenuta presso l’Auditorium del polo didattico “San Rossore 1938“. E proprio sul nome dell’auditorium afferma: «Il nome è educativo come pochi. Ricorda il 1938, le leggi razziali e la tenuta di San Rossore, che sono andata a visitare. Qui il re Vittorio Emanuele III firmò il regio decreto che promulgava quell’immondo articolato. Troppi furono coloro che accettarono quelle leggi e ne approfittarono sul piano professionale ed economico. Migliaia di loro connazionali furono così abbandonati a un destino di disperazione e morte».

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Il commento di Liliana Segre

Liliana Segre

Durante il suo intervento, la senatrice ha voluto ricordare «la cerimonia del Ricordo e delle Scuse promossa dall’Ateneo nel 2018». Si tratta di una cerimonia durante la quale «l’accademia italiana chiedeva scusa a docenti e studenti ebrei espulsi da università e scuole italiane». Rivolgendosi al Rettore dell’Università di Pisa, Paolo Mancarella, Liliana Segre afferma: «Lei, Rettore, ricordò che ci sono vite che a partire da questo luogo sono state sospese, stravolte, distrutte, e la mia è una di quelle viteSono l’ultima testimone di quella caduta agli inferi, perché ero una bambina di otto anni quando ascoltai dalla voce dei miei cari che ero stata espulsa dalla scuola. Da allora niente è stato più come prima e Auschwitz fu solo l’orrore finale». 

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«Oggi il polo di San Rossore guarda al futuro, eccellenza in campo architettonico e nella salvaguardia ambientale» ha aggiunto Liliana Segre. «Ospita il Dipartimento di civiltà e forme del sapere, un nome che indica il nesso tra il livello di civiltà e le strutture di studio formazione e insegnamento. L’unico vero antemurale al riproporsi, oggi come ieri, delle forme più pericolose di ignoranza, intolleranza, indifferenza che espongono la nostra civiltà e le nostre società ai rischi peggiori».

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