Con l’arrivo di Mario Draghi il Movimento 5 Stelle va all’opposizione

O Conte o niente: lo avevano detto e lo faranno. Il Movimento 5 Stelle, se l’ipotesi è un governo Draghi, passerà all’opposizione.

“Ringrazio il Presidente Mattarella per il suo impegno nel voler dare un Governo al Paese, ma noi siamo sempre stati chiari con gli italiani dicendo apertamente che il M5S avrebbe sostenuto solo un Esecutivo guidato da Giuseppe Conte. Su questo, con coerenza, andremo fino in fondo”: ad affermarlo è Riccardo Fraccaro, sottosegretario alla presidenza del Consiglio con il governo Conte ed esponente M5s, che esprime la posizione politica del suo partito con un tweet. Una presa di posizione attesa, e che comunque rende ancor più scivolosa ed instabile la situazione.

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Il Presidente della Repubblica Mattarella, nel suo intervento di ieri sera, è stato molto chiaro: le elezioni, pur essendo un esercizio democratico, sono pericolose, visto il momento storico: campagna elettorale, e poi elezioni, e nel frattempo un governo “monco” che non potrebbe svolgere tutti i compiti che in questo momento è necessario invece portare a termine. Oltre, naturalmente, al rischio enorme di un aumento dei contagi per una fase politica – campagna elettorale ed elezioni, appunto – che prevedono assembramenti e contatti tra persone. Mattarella vuole un governo forte ed autorevole, capace di gestire i soldi in arrivo dall’Europa con decisione e prospettive: ecco perchè ha convocato per stamattina alle 12 Mario Draghi in Quirinale.

L’idea è quella di un “governo del Presidente”, dunque di un governo tecnico, che possa radunare una maggioranza di “volenterosi” e procedere a fare quel che è necessario. E dunque, in primis, le riforme che l’Europa richiede per poter sviluppare i progetti finanziati con i soldi del Recovery Plan. Questo è: bisogna essere chiari. Nel bene e nel male. Perchè se da un lato in questa fase una figura forte ed autorevole come quella di Mario Draghi può rasserenare, bisogna prendere atto dell’incapacità della politica, o almeno di questa politica, espressa da questo parlamento, di dare un governo al paese. E’ comunque una sconfitta.

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Lo è di certo per il Movimento 5 Stelle, che da primo partito emerso dalle urne delle elezioni del 4 marzo 2018, si ritrova adesso a vedersi relegato all’opposizione. Una scelta obbligata, quella dei grillini: la figura di Draghi è antitetica alle posizioni da loro espresse praticamente da sempre, dall’inizio della loro avventura politica.  D’altronde la definizione che Di Battista ha dato dell’ex presidente della Bce, “apostolo delle élite”, già dice tutto. E sarà molto difficile per l’ala più moderata dei 5 Stelle provare a far ragionare il partito sulla possibilità di fare un passo avanti (o indietro, fate voi) e sostenere il governo del Presidente. Dopo la caduta del governo Conte II, siamo quasi certi che proprio Alessandro Di Battista tornerà ad essere sempre più centrale, insieme ad un approccio più “movimentista” e meno “politico”. In vista, ovviamente, delle elezioni, che prima o poi arriveranno.

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