Il metodo per non buttare i vaccini che avanzano

Con il proseguire dei vaccini anti-covid aumenta il rischio di sprechi. L’obiettivo è quello di non sprecare le dosi. A Tel Aviv (Israele) accade, infatti, che una persona su 10 non si presenta, ma, una volta scongelati i sieri di Pfizer e Moderna hanno una “vita” di 6 ore. Per rimediare a tali sprechi, il Lazio ha messo a punto un sistema che si ispira all’overbooking degli aerei, chiamato “panchina”. L’assessore della sanità Alessio D’Amato ha spiegato a ilfattoquotidiano.it che il metodo usato nel Lazio si ispira ai consigli arrivati da Israele: “Abbiamo parlato in videoconferenza con i responsabili della campagna di vaccinazione israeliana, che ci hanno fatto presente il problema di chi non si presenta agli appuntamenti e i conseguenti sprechi.” Ha, inoltre aggiunto che “ovviamente si rispettano le priorità previste dal piano“. Cosa non accaduta, invece, a Los Angeles, dove fuori dai centri si sono create lunghe code parallele per ricevere le dosi che altrimenti finirebbero nel cestino.

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Il sistema “panchina”

Questo nuovo sistema determina la creazione, da parte delle Asl, di una vera e propria lista di riserva, pronta a essere utilizzata in serata, quando diventa chiaro il numero di dosi che altrimenti andrebbe sprecato. Per il momento di questa lista fanno parte i circa 10mila over 80 che per varie ragioni dovrebbero comunque ricevere il vaccino a domicilio. Per loro è già stato fissato un appuntamento, ma grazie al sistema della “panchina” potrebbe beneficiare della somministrazione anche in anticipo. D’Amato ha ammesso che “Per ora, su 3600 appuntamenti al giorno, abbiamo avuto il 2% di no-show, c’è grande adesione.” In Italia, infatti, dopo il caso di Modena, con l’indagine dei Nas per i vaccini somministrati ad amici e parenti dagli operatori della Usl di Baggiovara, c’è il timore di azioni penali nei confronti di chi decide di iniettare il siero senza rispettare le priorità stabilite. L’Ausl di Modena, che ha aperto al suo interno un’istruttoria, spiegò che quel gesto era stato fatto “in buona fede da parte delle persone coinvolte”, per la paura di sprecare delle dosi di questo “prezioso vaccino”. La stessa giustificazione data dall’Asp di Ragusa per un episodio analogo avvenuto a Scicli: anche in questo caso è in corso l’indagine dei Nas.

Situazione israeliana

Situazioni simili si sono verificate a Israele, con code di persone fuori dai centri vaccinali con la speranza di ricevere una dose avanzata. Il quotidiano Times of Israel ha raccontato di gruppi Facebook e WhatsApp che segnalavano dove fosse più probabile avere l’iniezione. Per questo, migliaia di giovani si sono riversati nelle città dove sono presenti le maggiori comunità arabe per avere la possibilità di essere immunizzati, sapendo dell’alto tasso di scetticismo nei confronti del vaccino da parte della popolazione. Ran Balicer, il presidente del team nazionale di esperti che sta assistendo il governo israeliano nella gestione della pandemia, in un suo blog del 5 febbraio scorso, ha spiegato che se la distribuzione dei vaccini deve essere “strettamente organizzata”. Nel momento della somministrazione deve esserci “flessibilità“, per evitare gli sprechi. “Quindi se abbiamo dosi rimanenti, iniettiamo chiunque si trovi vicino alla clinica e inviamo messaggi esortando le persone a partecipare indipendentemente dalla fascia di età”, scrive Balicer. Con questo approccio, a suo dire, in Israele “vengono buttate non più dello 0,01% delle dosi.”

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Le priorità

Il metodo dell’elenco di riserva è stato suggerito anche dalla British Medical Association a tutti i siti di vaccinazione presenti in Gran Bretagna, come riporta la Bbc: “Il principio fondamentale è quello di evitare gli sprechi”. L’obiettivo è quello di evitare le lunghe code presenti a Los Angeles e rispettare comunque chi ha la priorità nella somministrazione del vaccino. Il Guardian ha spiegato che le informazioni su dove presentarsi per ricevere le dosi avanzate vengono trasmesse tramite il passaparola. Tuttavia, alcuni ragazzi riescono anche a ricevere un appuntamento ufficiale per la seconda iniezione. Per quanto riguarda i giovani, però, l’assessore D’Amato solleva un’altra preoccupazione: “È assurdo che in Germania e Francia si somministri il vaccino di AstraZeneca fino a 65 anni e qui solo agli under 55. Il rischio è che si vaccinino prima i giovani degli anziani.

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