Piazza Affari in rialzo con il nuovo Governo Draghi. Scende lo spread

Piazza Affari osserva con attenzione quelle che saranno le nuove mosse del neonato Governo Draghi. Tra i principali titoli milanesi, buone notizie soprattutto per il settore oil grazie al rialzo del prezzo del petrolio. Guadagnano così Saipem, Tenaris ed Eni. A proposito di Tenaris che si occupa di fornire tubi in acciaio senza saldatura per il settore petrolifero e il gas, si segnala un incremento dei pozzi estrattivi in attività negli USA. Stando a quanto sostiene Mediobanca Securities, il fatto che il prezzo del petrolio si sia stabilizzato e il recupero della domanda possono favorire l’attività estrattiva e, di conseguenza, Tenaris.

Le banche

Grazie al nuovo Governo Draghi bene anche le banche. Secondo il parere degli esperti, nel momento in cui il nuovo governo diventerà operativo a tutti gli effetti, il differenziale tra BTp italiani e Bund tedeschi a dieci anni potrebbe scendere ancora. Si pensa, inoltre, che a breve tante saranno le fusioni e acquisizioni. A riguardo, riflettori puntati su Unicredit, soprattutto dopo l’arrivo del nuovo amministratore delegato Andrea Orcel. A Parigi decolla, invece, Vivendi dopo l’annuncio di voler distribuire il 60% del capitale dell’Universal Music Group agli azionisti come “special dividend”. Il board di Vivendi chiede, in aggiunta, la distribuzione di un dividendo ordinario di 0,60 euro per azione a titolo dell’esercizio 2020. In salita anche il titolo della Bolloré, il primo azionista di Vivendi: guadagna il 13,7% a 4,118 euro.

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Lo spread

Effetti positivi anche sullo spread che scende a 90 punti. Lo spread tra BTp e Bund, infatti, registra un calo rispetto ai 92 della chiusura di venerdì. In rialzo il  BTp decennale benchmark passato allo 0.51% dallo 0.50%. Per quanto riguarda il  mercato dei cambi: l’euro passa a 1,2124 dollari da 1,2120 dello scorso venerdì. La moneta unica vale 127,67 yen e il rapporto dollaro/yen è a 105,29. Il Regno Unito, grazie all’ottimismo sulla campagna vaccinale, è riuscito ad evitare una ricaduta in recessione con una crescita dell’1% nel quarto trimestre e dell’1,2% nel mese di dicembre. Il pound, infatti, è tornato a toccare 1,3900 dollari per la prima volta dal 2019.

 

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