La camera ardente di Luca Attanasio: centinaia le persone in coda per rendergli omaggio

La fila di persone era troppo lunga, invadeva la strada, la camera ardente di Luca Attanasio a Limbiate è stata aperta con dieci minuti di anticipo per questa ragione. Dopo i funerali di stato ieri a Roma, oggi è il suo paese a rendere omaggio all’ambasciatore ucciso in Congo insieme al carabiniere Vittorio Iacovacci e all’autista Mustapha Milompa.

Camera ardente Luca Attanasio – Meteoweek

La camera ardente

La camera ardente è stata allestita nell’atrio del Comune. La bara di Luca avvolta nel tricolore, il picchetto d’onore dei carabinieri in alta uniforme. Lo schermo, su cui vengono proiettate le immagini di Luca, le sue interviste.

Camera ardente Luca Attanasio – Meteoweek

Presenti all’apertura della camera la moglie di Luca, i genitori, e tra primi a rendergli omaggio il Comandante Interregionale Carabinieri ‘Pastrengo’ e il Generale Andrea Taurelli Salimbeni, Comandante della Legione Carabinieri Lombardia per esprimere ai familiari, la vicinanza in questa terribile tragedia, dell’Arma dei Carabinieri. A porgere un ultimo saluto a Luca Attanasio anche Massimiliano Romeo, capogruppo della Lega in Senato, e Federico Romani e Rosario Mancino, giunti in rappresentanza di Forza Italia

Camera ardente Luca Attanasio – Meteoweek

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Chiusa la camera ardente

È rimasta aperta fino alle 19 la camera ardente. Dopo l’ultimo visitatore la porta a vetri è stata chiusa e all’interno, attorno al feretro avvolto nel tricolore, sono rimasti solo i familiari e gli amici più stretti per recitare un Rosario. Per tutto il giorno amici, conoscenti ma anche chi non lo aveva mai frequentato direttamente hanno voluto portare un saluto e rivolgere una preghiera. Sulle sedie sistemate ad un lato del catafalco si sono alternati i familiari. Nel pomeriggio è arrivato alla camera ardente per un saluto e le condoglianze anche il console del Marocco, Paese in cui è nata la vedova, Zakia Seddiki. Domattina alle 10 esequie pubbliche al Campo Sportivo celebrate dall’arcivescovo di Milano, Mario Delpini.

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