La strategia economica per la ripresa dell’Ue è insufficiente e troppo lenta

La crisi economica dilaga e sulle vaccinazioni siamo ancora troppo indietro. Tutte le misure per il contrasto al Covid e alle sue conseguenze prese dall’Europa non bastano. Le ripercussioni sono destinate a perdurare a lungo se non adottiamo una strategia efficace ora.

strategia economica

Le strategie messe in campo dall’Unione Europea per contrastare la pandemia di Covid19 sembrano ancora insufficienti. Così come non bastano i provvedimenti economici volti alla ripresa economica per quando questa emergenza sanitaria cesserà. Il confronto con gli Stati Uniti d’America mostra abissali differenze con le strategie messe in atto dall’UE. Se non acceleriamo e incrementiamo le risorse e i fondi saremo destinati a rimanere indietro per molto tempo. Il Recovery fund europeo prevede “solo” 750 miliardi di euro metà dei quali saranno prestiti. Una abisso separa il Recovery Fund dagli interventi economici messi in campo dagli Usa di 3mila miliardi di dollari. Le misure stanziate dall’amministrazione Biden contribuiscono ad una crescita del Pil e di non cadere sotto il peso economico della Cina.

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Le carenze non si misurano solo sul piano economico ma purtroppo anche sanitario. Il caos dei vaccini tra blocco delle case farmaceutiche e stop della AstraZeneca per i casi sospetti, si va molto a rilento. Se si procede lentamente con le vaccinazioni come effetto a catena la ripresa sarà ancora più dilatata e così anche la ripresa economica. Su entrambi i fronti si sta facendo “troppo poco troppo lentamente“.

Gli economisti contro la strategia economica europea

E’ necessario una strategia per mettere in atto un piano più veloce sia a livello della campagna vaccinale sia di sostegni economici e soprattutto rendere questi sostegni meglio indirizzati. Per molti economisti come Fitoussi e Varoufakis il Recovery Fund è inadeguato, e non soltanto al cospetto degli stanziamenti americani ma per le esigenze dell’Unione. “Coprirà appena un ottavo di quello che sarà necessario per i prossimi anni” commenta l’ex ministro greco.

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Inoltre, la metà sono prestiti e nel caso dell’Italia, sui 209 miliardi concessi ben 120 saranno prestiti che andranno a colpire le future generazioni mentre il restante sarà distribuito in 6 anni. Una lentezza che associata all’esiguità delle risorse mostra questa strategia effettivamente poco adatta e soddisfacente. Anche l’economista Tooze critica le strategie economiche dell’Europa come inadeguate e insufficienti ricordando che la crisi economica è ben più profonda di quello che sembra e molto più grave di quella americana.

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