Danni ai faraglioni di Capri per i datteri di mare: 19 misure cautelari [I NOMI]

Storica operazione contro la pesca di frodo e la devastazione ambientale. La GdF arresta 19 persone per i danni causati ai faraglioni di Capri e al porto di Napoli nella raccolta (vietata) dei datteri di mare. Distrutto il 48% delle pareti immerse

Danni ai faraglioni di Capri per i datteri di mare

Questa mattina la Guardia di Finanza, su ordine della Procura di Napoli, ha eseguito 19 misure cautelari nell’ambito di un indagine sulla devastazione ambientale. Secondo l’accusa, gli indagati avrebbero scavato nelle rocce del porto di Napoli e nei faraglioni di Capri per prelevare i “datteri di mare”, molluschi che vengono estratti picconando e infliggendo un grave danno all’ecosistema marino. Specie di molluschi che, spiega la GdF in una nota, sono protetti da diverse convenzioni internazionali e direttive comunitarie e la cui cattura, detenzione e vendita è vietata dal 1988 in Italia.

Inchiesta senza precedenti

Secondo quanto accertato da un pool di esperti che hanno fatto da consulenti agli inquirenti, le operazioni illegali di prelievo avrebbero desertificato l’ecosistema che si trovava sul 48% delle pareti dei faraglioni sott’acqua. Si tratterebbe di un procedimento senza precedenti.

Le indagini sono durate oltre tre anni e hanno portato alla luce un vasto mercato nero di datteri di mare. I finanzieri hanno anche ricostruito l’attività di due presunte organizzazioni criminali “che avevano stabilito un vero e proprio rapporto di mutua assistenza per procacciare il prodotto ittico, specie nei periodi di maggiore domanda”. Ossi “quasi sempre in coincidenza delle festività natalizie e pasquali, quando per un chilo di datteri gli acquirenti erano disposti a pagare fino a 200 euro”, spiega la GdF.

Il mercato nero dei datteri di mare

In particolare, sono oltre 100 i soggetti, individuati nel corso delle indagini, che a vario titolo avrebbero operato in questo mercato nero. Nelle conversazioni intercettate, inoltre, gli indagati avrebbero fatto riferimento alla specie protetta del dattero di mare utilizzando un linguaggio in codice. I reati contestati sono associazione a delinquere aggravata perché finalizzata alla consumazione di delitti ambientali, inquinamento e disastro ambientale, danneggiamento e ricettazione.

Danni ai faraglioni di Capri per i datteri di mare

LEGGI ANCHE: Sgomberata la casa cantoniera che dava rifugio ai migranti diretti in Francia

12 arresti e numerosi sequestri

Sei indagati, i presunti vertici dei due sodalizi, sono finiti in carcere. Altri sei si trovano agli arresti domiciliari. Il gip ha poi disposto per quattro persone l’obbligo di presentazione alla pg e per altre tre il divieto di dimora. Tra loro anche due militari, indagati per favoreggiamento e rivelazione di segreto d’ufficio, che non potranno dimorare nella Regione Campania.

L’ordinanza del gip dispone anche il sequestro preventivo di tre locali commerciali a Napoli e Castellammare di Stabia. Ossia i luoghi dove i datteri sarebbero stati occultati e poi immessi in commercio. Sigilli anche al profitto derivante dalla vendita del prodotto illegale e a due natanti utilizzati per recarsi sui punti di prelievo dei datteri di mare. Oltre ovviamente alla strumentazione utilizzata per compiere materialmente l’attività.

Danni ai faraglioni per i datteri di mare

“L’alterazione dell’ecosistema marino e la compromissione della biodiversità, appurata con la collaborazione di un team di esperti di zoologia, ecologia e geologia ambientale di cui si è avvalsa la Procura di Napoli, è particolarmente grave nella porzione sommersa della scogliera esterna che protegge il porto di Napoli e nell’area dei Faraglioni di Capri”, fanno sapere le Fiamme Gialle.

Infatti, “amplissime zone investigate si sono disvelate desertificate, con la scomparsa quasi totale della specie protetta e della biodiversità associata”.

LEGGI ANCHE: ‘Ndrangheta, le mani della cosca Piromalli sull’Asp: 14 arresti

Danni ai faraglioni di Capri per i datteri di mare

I nomi degli indagati

Finiscono in carcere: Pasquale Amato del 1964, Pasquale Amato classe ’65, Vincenzo Amato ’70, Catello Avella, Elpidio e Giuseppe Viola. Ai domiciliari: Catello Viola, Luciano Donnarumma, Vicenzo Amato del 1990, Salvatore Amato, Giuseppe Buonocore e Giuseppe Testa.

Avrà il divieto di dimora nella provincia di Napoli Mario Amato; mentre non potranno risiedere in Campania Riccardo Ciliberti e Angelo Esposito. Infine, il gip ha disposto l’obbligo di presentazione alla pg per Vincenzo Amato ’98, Francesco Baldo, Ciro Di Sabato e Gennaro Fiume.

Impostazioni privacy