Sondaggi, chiusure e aperture gestite allo stesso modo da Conte e Draghi

Gli italiani – schiacciati sempre più tra pandemia, chiusure e crisi – non vedono cambiamenti. E questo è un rilevante problema politico.

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Giuseppe Conte, ex presidente del Consiglio, e Mario Draghi, attuale presidente del Consiglio. Credit: Archivio Meteoweek

Tra la gestione della pandemia dell’ex presidente del Consiglio Giuseppe Conte e quella dell’attuale premier Mario Draghi, non c’è alcuna discontinuità. La tanto promessa e agognata diversità, che avrebbe dovuto portare alla ripartenza del Paese, immerso in una profondissima crisi economica, sanitaria e sociale-educativa. Lo dimostrano, da una parte, l’aumento delle proteste nelle piazze italiane. E la crescita delle tensioni durante quelle stesse manifestazioni. Dall’altra parte, a testimoniare la mancanza di cambiamenti concreti con il governo Draghi, intervengono anche i sondaggi.

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I sondaggi di Index Research

Il consenso di Draghi

È il caso dei sondaggi politi di Index Research presentati dal conduttore Corrado Formigli durante la trasmissione teelvisiva Piazzapulita, su La7. Numeri che dimostrano il calo della fiducia nei confronti del presidente del Consiglio Mario Draghi. Il consenso degli italiani nei confronti del numero uno di palazzo Chigi, infatti, ha raggiunto il punto più basso da quando l’esecutivo è all’opera. Cioè da metà febbraio. Un crollo rapido e – se non dovessero cambiare le cose – inesorabile. Al contrario, ha ripreso a crescere la fiducia nel neo leader del Movimento 5 stelle, Giuseppe Conte. Scalzato dalla poltrona di premier, e ora quasi rimpianto. La fiducia in Draghi è partita dal 63,9 per cento ai primi di marzo ed è arrivata al 59,8 per cento. Una perdita dello 0,2 per cento rispetto all’ultima rilevazione. Minima, ma allo stesso tempo preoccupante. Quella nei confronti dell’intero governo è partita dal 46,7 per cento e si è ora ridotta al 44,3 per cento.

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La fiducia degli elettori

Secondo la rilevazione di Index Research per Piazzapulita, il governo sta anche rallentando troppo sulle riaperture. Quel cambiamento atteso non si è verificato. Secondo il 48,6 per cento degli italiani bisognava riaprire prima, il 41 per cento invece è d’accordo con il governo e il 6,2 per cento pensa che le chiusure dovrebbero continuare per altro tempo. Il tempo necessario a livello sanitario. Ma il dato più preoccupante a livello politico dovrebbe essere il seguente: dopo una crisi di governo durata due mesi e coincisa con l’organizzazione dell’importantissimo piano vaccinale, il 50,6 per cento degli italiani non trova differenze rilevanti tra il Conte bis e il governo Draghi. Solo il 23,8 per cento crede che il premier Draghi abbia gestito meglio chiusure e aperture, contro il 21,5 per cento che invece ha preferito le misure di Conte.
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