Rigoristi e aperturisti, al Governo passa la prima linea e le pressioni su Mario Draghi aumentano

Al Governo è alla fine passata la linea rigorista. Mario Draghi ha evitato una chiusura totale e ha seguito, al contrario, la via della prudenza. Ma le pressioni sono forti e arrivano soprattutto dalla Lega.

I malcontenti di Matteo Salvini si erano già fatti sentire quando Mario Draghi parlava in conferenza stampa annunciando le nuove misure restrittive contenute nell’ultimo Dpcm in vigore dal 7 aprile. L’Italia dice addio alle zone gialle, almeno fino al 30 di questo mese, salvo rari casi in cui – dopo una valutazione attenta degli indici di contagio si potrebbe valutare qualche deroga. Restano quindi chiusi per un altro mese bar, ristoranti e quelle attività costrette ad adattarsi all’asporto e alle consegne a domicilio. Potranno invece riaprire, nelle zone arancioni, i negozi. Insomma, poco è cambiato se non il fatto che con le restrizioni dovremmo conviverci ancora per un po’.  Unica nota, quella delle scuole. Gli istituti scolastici riapriranno anche nelle zone rosse, fino alla prima media; e non sarà più nel potere dei governatori decidere di aprire o chiudere cambiando la linea del governo.

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Alla fine, a Palazzo Chigi, ha prevalso la linea rigorista. E le pressioni, anche nella maggioranza, si fanno sentire. “Questa è una scelta politica, non scientifica. Dopo Pasqua dobbiamo tornare la sistema a tre colori”, ha tuonato il leader della Lega Salvini commentando la scelta del governo, poco prima dell’inizio del Consiglio dei ministri qualche giorno fa. Eppure, proprio Salvini sembra avere qualche incertezza dal momento che, solo il giorno prima, era sembrato piegarsi a Mario Draghi, appoggiandone la linea seguita: se giallo, sia giallo. Ma se è rosso, sia rosso.

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In generale, le forze del centrodestra in maggioranza sostengono la necessità di riaprire anche se, in fondo, non è passata l’ipotesi di un lockdown totale. “Avremmo preferito un’apertura maggiore, ma siamo soddisfatti perché non è passata la linea della chiusura totale“, riferiscono fonti della Lega. “Le revisioni verso le aperture saranno sempre possibili, ogni settimana. Basterà una delibera del Cdm per cambiare in meglio se i dati lo consentiranno. Di fatto un commissariamento di Speranza e del CTS”. Anche da Forza Italia si ribadisce che “sarà possibile, laddove la situazione epidemiologica dovesse migliorare, prevedere nelle prossime settimane delle riaperture mirate già prima della fine di aprile “.

Intanto, il Ministro della Salute Roberto Speranza, rispondendo a Il Corriere della Sera, si è detto  scettico su questi derby tra rigoristi e aperturisti. “Il quadro è ancora molto serio e il punto è adeguare le misure alla situazione epidemiologica. La principale preoccupazione sono le varianti, quella inglese è arrivata all’86,7% di prevalenza e ha una capacità diffusiva maggiore del 37% rispetto al ceppo originario. Le misure rigorose sono una risposta necessaria, come scrive l’ISS”, ha affermato. La preoccupazione degli esperti deriva dalla circolazione delle varianti. I numeri, sotto questo senso, non sono rassicuranti.

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