Ragazza picchiata sul tram da giovane senza mascherina: «Gli avevo chiesto gentilmente di spostarsi»

Una ragazza moldava di 28 anni è finita in pronto soccorso poiché colpita da un pugno sferratole in pieno volto da un tunisino minorenne sul tram

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Una ragazza moldava di 28 anni è finita in ospedale a causa di un pugno piazzatole da un passeggero senza mascherina sul tram. Ma andiamo con ordine. Il ragazzo sale sul mezzo pubblico a Padova intorno alle ore 17:30 e nonostante ci fossero molti posti liberi si è seduto affianco alla ragazza che gli ha chiesto subito di alzarsi e sedersi in uno dei posti vacanti per rispettare le distanze.

Ma il ragazzo ha reagito sferrandole un pugno in pieno viso, sotto gli occhi esterrefatti degli altri passeggeri. Poi, quando si sono aperte le porte il giovane ne ha approfittato per fuggire. Quando si è ripresa dal colpo subìto, la ragazza ha contattato la polizia dando una descrizione esatta del suo aggressore.

Mentre la ragazza finiva in pronto soccorso per farsi medicare, i poliziotti hanno cercato il ragazzo e lo hanno trovato e fermato in via Dupré a Padova. Lo hanno poi portato in questura e identificato. Si tratta di un tunisino minorenne. Il ragazzo è ora indagato per lesioni e sarà dato in affidamento a una comunità.

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L’assessore alla Sicurezza di Padova, Diego Bonavina, ha commentato così l’accaduto:«Mi spiace molto per la ragazza alla quale va la mia solidarietà, si tratta di episodi assurdi che non dovrebbero accadere. Queste non sono proprio le risorse delle quali Padova ha bisogno. La situazione va risolta alla radice ma dobbiamo anche rilevare che purtroppo non si può essere sempre ovunque».

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«Ancora una volta si dimostra che la sicurezza a bordo dei mezzi pubblici non è garantita né per i dipendenti né per gli utenti che già manifestano una sensibile disaffezione all’utilizzo di tram e autobus», dice Danilo Scattolin (Sgb), «ulteriore dimostrazione che la sicurezza non è garantita e che a bordo non c’è sorveglianza, come abbiamo più volte denunciato, nonostante le tante promesse di controlli. Non si può uscire al mattino, lavorare o usare un mezzo pubblico e non sapere se si arriva a destinazione o si finisce al pronto soccorso. É stato detto che non si può militarizzare la città ma nemmeno si può continuare in questa situazione».

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