‘Ndrangheta in Toscana: indagati per corruzione il capo di gabinetto della Regione e un consigliere Pd

Inchiesta della Dda di Firenze sulle infiltrazioni della ‘ndrangheta in Toscana: sei arresti. Indagati per corruzione il capo di gabinetto della Regione Ledo Gori e il consigliere Pd Andrea Pieroni. L’ombra dei clan dietro ai reati ambientali e i contatti con il settore conciario pisano

'Ndrangheta in Toscana: indagati per corruzione il capo di gabinetto della Regione e un consigliere Pd

C’è anche il capo di gabinetto del presidente della Regione Toscana, Ledo Gori, tra gli indagati nell’inchiesta dell’Antimafia di Firenze sui presunti rapporti di un gruppo di imprenditori pisani con la ‘ndrangheta, che questa mattina ha portato a sei arresti. A Gori i pm contestano il reato di corruzione per atti contrari ai doveri d’ufficio.

Toscana, l’ombra della ‘ndrangheta dietro i reati ambientali

L’inchiesta è condotta dai carabinieri Forestali, dal Noe e dalla sezione di pg dell’Arma presso la Procura fiorentina. Gli indagati, in totale, sono 19. Le ipotesi di reato sono, a vario titolo, di associazione a delinquere finalizzata alla commissione di reati ambientali, fra cui traffico illecito di rifiuti e inquinamento.

Per la Procura, Ledo Gori si sarebbe reso disponibile per soddisfare le richieste del gruppo criminale composto, tra gli altri, dai vertici dell’Associazione Conciatori di Santa Croce sull’Arno (Pisa). In cambio gli imprenditori si sarebbero impegnati per chiedere esplicitamente al candidato a presidente della Regione Eugenio Giani (estraneo alle indagini), anche una volta eletto, di confermare Gori nel suo incarico come capo di gabinetto.

Gori, dunque, non è accusato del reato associativo. Risulta poi indagato anche il consigliere del Pd Andrea Pieroni, accusato sempre di corruzione per atti contrari ai doveri d’ufficio. Nell’ambito della stessa inchiesta, stamattina sono finiti agli arresti domiciliari il presidente dell’Associazione Conciatori e membro del Cda di Aquarno Alessandro Francioni. Detenzione domiciliare anche per il direttore dell’Associazione Conciatori Aldo Gliozzi e per il suo predecessore Piero Maccanti.

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Corruzione, indagato il capo di gabinetto della Regione Ledo Gori

Ai domiciliari anche Manuel Lerose, dipendente della Lerose Srl e gestore di un impianto di riciclaggio inerti a Bucine (Arezzo). Domiciliari pure per Annamaria Faragò, ritenuta responsabile della gestione amministrativa di tutte le aziende facenti capo all’imprenditore Francesco Lerose, finito invece in carcere. Secondo quanto accertato dagli investigatori, durante una cena di marzo 2020 per la campagna elettorale, e in successive visite elettorali nel comparto conciario, Maccanti e Gliozzi avrebbero chiesto al candidato Giani di confermare Gori nell’incarico di capo di gabinetto.

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Stando alle accuse, avrebbero così fatto capire al candidato che questa sarebbe stata condizione essenziale per avere il sostegno degli imprenditori pisani nella corsa elettorale. Stamattina i carabinieri hanno perquisito gli uffici di Ledo Gori in Regione Toscana. Militari anche negli uffici del direttore del settore Ambiente ed Energia della Regione, Edo Bernini, indagato per abuso d’ufficio, e del consigliere Pd Pieroni.

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