I lavoratori dello spettacolo in protesta: “Vogliamo reddito di continuità e riforma strutturale” [VIDEO]

A più di un anno dallo scoppio della pandemia, i lavoratori dello spettacolo tornano ad alzare la voce per sbloccare una situazione divenuta drammatica.

Mercoledì scorso sono arrivati ad occupare il teatro Globe, struttura di legno incastonata nella cornice di Villa Borghese a Roma, per chiedere a gran voce l’apertura di un tavolo interministeriale che metta al centro del dibattito la dignità del loro lavoro. “Vi stiamo addosso” : questa la scritta su di un enorme striscione calato dall’ultimo piano del teatro, a far capire le intenzioni degli occupanti nei confronti delle Istituzioni.
Come spiega anche Riccardo Pieretti di Autorganizzat_ Spettacolo Roma / Presidi Culturali Permanenti, la richiesta del mondo presente nello spazio romano non chiede la ripresa immediata degli spettacoli (che rischierebbe di tradursi in un’ennesima “falsa ripartenza” come avvenuto a giugno scorso) bensì una revisione del CCNL per superare le disparità contrattuali, un riconoscimento giuridico delle categorie e relative attività differenziate e rivedere completamente il sistema previdenziale.

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Nella nota diffusa dalle sigle presenti inoltre si evidenzia come sia ormai necessario che non vi siano più “nello stesso luogo di lavoro disparità contrattuali, remunerative e tutelari, spesso causate anche dalla presenza di differenti parti datoriali: è fondamentale vietare o ridurre al minimo la pratica degli appalti e subappalti”. 
L’occupazione del Globe Theatre a Roma

Nell’ultimo anno, con gli spettacoli fermi, le manifestazioni culturali vietate e gli spazi adibiti alle performance live chiusi, gli addetti ai lavori si sono dovuti affidare alle manovre messe in campo dalle Istituzioni, rivelatisi però “del tutto inefficaci”: i bonus erogati sono definiti “elemosina”ed il problema principale rimane come la Politica non conosca tempi e dinamiche lavorative dello spettacolo, della cultura e dell’audiovisivo.

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Parlando coi lavoratori presenti l’impressione è che ci sia voglia di tornare in scena, ma a condizione di una nuova consapevolezza dei propri diritti e del proprio ruolo. L’importante per il momento è che non si spengano i riflettori sui motivi di questa protesta: come recita lo striscione all’entrata del Globe che richiama il famoso spettacolo del suo storico direttore Gigi Proietti “A me gli occhi please”

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