Export armamenti italiano 2020: l’Egitto è il primo acquirente

Come riportato da Rete Italiana Pace e Disarmo, l’Egitto risulta essere il principale acquirente del sistema di armi esportati dall’Italia. Tale dato è stato confermato dopo che è stata trasmessa al Parlamento la Relazione governativa annuale sull’export degli armamenti, richiesta dalla Legge 185/90. Legge che regola la vendita estera dei sistemi militari italiani. La Rete Italiana della Pace e Disarmi commenta: «Rimangono floridi gli affari armati con il governo autoritario di al-Sisi nonostante le pesanti violazioni dei diritti umani e la non collaborazione nei casi Regeni e Zaki».

Export armi in calo nel 2020

Nel 2020 si è verificato un calo del 25% rispetto al 201. Il totale delle autorizzazioni rilasciate per esportazione di materiale di armamento, infatti, ha raggiunto i 3.927 milioni di euro di controvalore. Non va però dimenticato che il 2020 è stato l’anno della pandemia che ha avuto un forte impatto sull’economia del Paese. Il volume delle esportazioni sta quindi diminuendo in modo graduale rispetto al 2015, 2016 e 2017. L’Egitto è il Paese destinatario del maggior numero di licenze aumentando la quota fino a 991,2 milioni di euro. Seguono gli Stati Uniti con 456,4 milioni e il Regno Unito con 352 milioni di euro.

LEGGI ANCHE: Covid, in Germania oltre 22mila nuovi contagi nelle ultime 24 ore

Destinazioni armi italiane

Tra le prime destinazioni delle autorizzazioni delle armi italiane figura anche il Qatar con un controvalore di 212 milioni di euro. Segue la Germania e la Romania, rispettivamente con 197,6 milioni e 169,6 milioni di euro. Tra i primi dieci Paesi vi sono anche la Francia, Turkmenistan, Arabia Saudita e Corea del Sud. Per concludere, dunque, nel 2020 nelle prime dieci posizioni vi sono cinque Paesi NATO, un Paese dell’Africa settentrionale e quattro Paesi Asiatici. Il fatto che il 56,1% delle autorizzazioni per licenze all’export abbia come destinatari Paesi fuori dall’Unione Europea e dalla NATO, rappresenta un problema. La Rete Italiana Pace e Disarmo spiega che: «La legge italiana sancisce che le esportazioni di armamenti italiani devono essere conformi alla politica estera e di difesa dell’Italia che ripudia la guerra come mezzo di risoluzione delle controversie nazionali»

LEGGI ANCHE: Cittadino straniero ha l’obbligo di firma, ma viene denunciato per spaccio

«Questi dati preliminari confermano come la produzione militare italiana non sia indirizzata alla difesa e alla sicurezza del nostro Paese e a quella comune europea. Ma risponda sempre più a logiche di profitto delle aziende produttrici di armamenti, soprattutto quelle a controllo statale» afferma la Rete Italiana Pace e Disarmo. «Sono queste le motivazioni che ci spingono a chiedere la Relazione Governativa sulla Legge 185/90 sia esaminata e discussa quanto prima dalle competenti Commissioni Parlamentari. E che arrivino anche, dopo l’opportuno dibattito ed eventuali audizioni cui siamo disposti a partecipare, a votare un documento che chiarisca la linea politica che presiede le esportazioni di sistemi militari italiani. Ciascuno deve prendersi le proprie responsabilità» concludono.

Impostazioni privacy