Alessandro annegato nel canale, l’amico:«L’ho inseguito per un chilometro, poi l’ho perso di vista»

Dopo una festa con gli amici, Alessandro è stato ritrovato morto in un canale, a Crevada (Treviso). Da autopsia e analisi dei tabulati si chiarirà il giallo attorno alla sua morte

Alessandro Ricci-Meteoweek.com

Mattia De Silvestro, 32 anni, maestro di sci e amico di Alessandro Ricci, ragazzo ritrovato annegato nel canale Crevada a Susegana (Treviso) martedì scorso, ricorda quanto accaduto la sera in cui Alessandro è scomparso e di lui si sono perse le tracce finché non lo hanno ritrovato morto il 27 aprile. Stranamente le scarpe di Alessandro sono state ritrovate appaiate a riva.

Mattia è l’ultima persona ad averlo visto e racconta cosa è accaduto quella sera. «Nessuna delle parole che mi ha detto quella sera mi fanno ipotizzare un suicidio», dice Mattia. «È stato sicuramente un incidente. Cosa sia accaduto esattamente non lo so. So solo che l’ho rincorso per circa un chilometro, continuando a chiamarlo e senza ricevere mai risposta. Poi sono caduto in un campo, era buio. A quel punto avevo deciso di tornare indietro, immaginando che fosse diretto a casa. Nulla poteva farmi pensare a quell’epilogo».

Alessandro-Meteoweek.com

Tutto è cominciato sabato pomeriggio con una festa nella casera di Alessandro.«Abbiamo mangiato, bevuto e ascoltato musica», spiega Mattia, «poi verso le 18 abbiamo deciso di rientrare. Alessandro però non ha voluto andare con gli altri amici di Treviso, affermando che voleva venire con me da un mio amico che abita a Crevada. Ho insistito perché andasse con loro, dicendogli che io non lo avrei riportato a casa a Treviso. Ma lui ha insistito. Siamo così andati dal mio conoscente e visto che avevamo bevuto parecchio e che sarebbe anche scattato il coprifuoco abbiamo chiesto ospitalità, che ci è stata data.

Alessandro, che oltre ad aver bevuto aveva anche un carattere difficilino, ha cominciato dire che voleva tornare a casa. Ha cominciato a fare casino. Il mio amico, che ha due bimbe piccole, lo ha pregato più volte di smetterla, ma non c’è stato verso. Gli animi si sono accesi e così per calmare la situazione siamo tornati in auto. Abbiamo parlato a lungo. Ho cercato di calmarlo. Dopo un po’ il proprietario di casa è sceso e ci ha detto di rientrare, ma anche stavolta Alessandro ha cominciato ad irritarsi per poi insistere nel voler tornare a casa. Così, visto che il suo cellulare era scarico, ho chiamato col mio sua madre Fulvia chiedendole di venirlo a prendere. Ma anche lei ha ricordato che c’era il coprifuoco e che quindi era meglio che rimanessimo lì. Il mio conoscente ha provato a chiamare anche un taxi, ma non ne ha trovati. Alessandro nel frattempo ha preso il mio telefono ed è scappato, correndo verso la provinciale che porta a Conegliano. Durante quella corsa deve aver chiamato la mamma dicendogli che qualcuno lo inseguiva. In effetti ero io che cercavo di fermarlo».

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Infine Mattia decide di tornare indietro da Roberto. «Ho dormito lì», racconta, «e il giorno dopo ho cercato di rintracciare Alessandro. Ma sia il mio telefono che il suo risultavano spenti». Poi martedì il ritrovamento di Alessandro. Nel frattempo Mattia è stato già ascoltato dagli inquirenti e il suo telefono è stato ritrovato.

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