Omofobia, Zan: “Il mio Ddl è contro istigazione all’odio, non contro libera espressione”

Omofobia, Zan: “Il mio Ddl è contro istigazione all’odio, non contro libera espressione”

MeteoWeek.com (da Getty Images)

In Italia continua la discussione sul Ddl Zan, la proposta di legge che vorrebbe estendere la portata della normativa già esistente sui reati d’odio ad attacchi e comportamenti dovuti all’orientamento sessuale, al genere e all’identità di genere. Sulla questione è tornato lo stesso Alessandro Zan, autore della proposta, intervistato dal Corriere della Sera: “Deve essere chiaro che nel ddl si parla di reato quando c’è istigazione all’odio e alla violenza, non quando c’è una libera espressione”.

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Il tema è caldo, e riguarda ormai non solo le stanze chiuse delle Commissioni parlamentari ma la politica tutta, i media, la società civile. “Deve essere chiaro che nel ddl si parla di reato quando c’è istigazione all’odio e alla violenza, non quando c’è una libera espressione. Basta capire che con questo ddl noi estendiamo i reati della legge Mancino previsti nel codice penale agli articoli 640 bis e 640 ter, così come succede per i reati di razzismo e di religione”, ribadisce Alessandro Zan (promotore della legge) in un’intervista al Corriere. Il Ddl Zan contro l’omotransfobia ha ricevuto il primo sì dalla Camera a novembre scorso. Da quel momento si è restati in attesa di una sua calendarizzazione in Senato, rinviata di volta in volta perché fermo in Commissione Giustizia, presieduta dal leghista Andrea Ostellari. Dall’attivismo di Fedez al continuo ostracismo, la proposta di legge è ormai entrata a pieno nel dibattito pubblico, producendo anche una certa confusione sul reale contenuto della proposta.

Ed è per questo che Alessandro Zan specifica: il Ddl stabilisce un confine fra istigazione alla violenza e libertà d’espressione, “tutelata dall’articolo 21 della Costituzione, ed è questo che deve guidare per capire che ci si può esprimere liberamente senza incorrere nel reato di omofobia. Anche Salvini dice che se passasse questo ddl non si potrebbe dire che la famiglia è quella formata da mamma e da papà, ma è falso ed è uno strumento usato per affossare la legge. Che, ripeto, prevede il reato quando c’è esplicita istigazione alla violenza e all’odio”. Poi il deputato del Pd allarga il discorso, e passa dalle controversie legislative a quelle culturali. “Il problema è culturale nel nostro Paese, visto che i gay dalla destra sono ancora visti come persone diverse, da curare”. Come capire la differenza tra istigazione all’odio e libertà d’espressione? Ebbene, è istigazione all’odio quando “ad esempio si dice che i gay devono essere bruciati nei forni”.

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Anche il M5s si mobilita per il Ddl Zan

Nel frattempo, anche parte della maggioranza sembra voler porre l’acceleratore sul Ddl Zan: il M5s ha annunciato la decisione di voler ricorrere a una procedura d’urgenza in modo da accelerare la calendarizzazione in Aula al Senato. Per questo il Movimento avrebbe avviato una raccolta firme: “Abbiamo già raccolto le 33 firme di senatrici e senatori”, fanno sapere, perché il disegno di legge sia esaminato dall’assemblea di Palazzo Madama. L’obiettivo è evitare di passare per “la commissione Giustizia dove l’ostruzionismo della Lega si trascina da settimane”. La senatrice Maiorino, promotrice dell’iniziativa, infatti, vorrebbe appellarsi all’art 77 comma 1 del regolamento di Palazzo Madama. L’articolo prevede la possibilità di avanzare “la richiesta, da parte di un decimo dei componenti del Senato, che ne sia dichiarata l’urgenza con la fissazione di un termine per l’inizio dell’esame in assemblea”.

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Dall’altro lato, il leader della Lega Matteo Salvini avrebbe annunciato un testo di legge firmato Lega sul tema omofobia. Immediata la reazione di Alessandro Zan, che l’ha definita “una grande trappola“. Anche perché il Ddl attende il via libera al Senato dopo averlo ottenuto alla Camera, mentre una eventuale proposta di legge annunciata dalla Lega dovrebbe affrontare da capo tutto l’iter. Insomma, tra ostruzionismo ed emendamenti, iniziare una nuova discussione su una nuova proposta di legge potrebbe decretare l’abbandono definitivo del progetto. E secondo Alessandro Zan non possiamo permettercelo.