Autostrade, aumento dei compensi per i manager prima della cessione a Cdp

Il Cda di Autostrade per l’Italia ha deliberato un aumento del compenso fisso dei top manager prima della cessione delle quote di maggioranza alla cordata guidata da Cdp. Lo stipendio dell’ad Roberto Tomasi passa da 635.000 a 750.000 euro l’anno. Una scelta legata al crollo del Ponte Morandi.

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La decisione del Cda è stata presa in accordo con la cordata di acquirenti – meteoweek.com

Le quote di maggioranza di Autostrade per l’Italia verranno cedute a breve ad una cordata guidata da Cdp insieme a Macquarie e Blakstone. Il consiglio di amministrazione, a fronte di ciò, per tutelare i top manager della società, avrebbe, in base a quanto riporta Repubblica, diramato un aumento dello stipendio fisso di questi ultimi. La procedura sarebbe stata condivisa e approvata anche con gli eventuali e futuri compratori. Ad averne beneficiato sarebbe innanzitutto l’amministratore delegato Roberto Tomasi, il cui compenso sarebbe passato da 635.000 a 750.000 euro l’anno. Un innalzamento pari a circa il 18%. Anche al responsabile degli affari legali Amedeo Gagliardi e a quello della finanza Alberto Milvio verrebbe riconosciuto dai compratori subentranti un aumento del compenso fisso «secondo le regole di mercato».

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Roberto Tomasi, amministratore delegato di Aspi – meteoweek.com

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L’aumento dei compensi fissi dei vertici di Aspi sarebbe parte vincolante dunque dell’offerta ricevuta a marzo scorso. L’obiettivo dei nuovi compratori, infatti, sarebbe quello di trattenere il management. La decisione è legata ai fatti successivi al crollo del Ponte Morandi. Dopo il disastro, infatti, i top manager erano stati tutti progressivamente sostituiti ed erano stati sospesi incentivi variabili, bonus di lungo periodo e altre tipologie di compensi legati al raggiungimento dei risultati. Il piano di retention adesso sembra dunque la strada migliore. Nell’offerta della cordata di acquirenti guidata da Cdp si esplicita «un piano di compensi e meccanismi di incentivo» mirato a ingaggiare i membri chiave della società al fine di allinearli «all’interesse comune», ovvero il buon esito della trattativa di acquisizione delle quote di maggioranza.

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