Mario Draghi e la sua campagna personale: iniezioni di fiducia al Paese

Il premier Mario Draghi in visita a Spezzano di Fiorano (Mo) dà il via a una intensa iniezione di fiducia per la ricostruzione: parla di futuro, di energie produttive pronte a mettersi all’opera, della creazione di un Paese moderno e forte. Parole che si rivolgono ai presenti, a tutti gli italiani e – con ogni probabilità – alle imprese produttive e agli investitori. Perché questo è il succo dell’economia che ci governa: è necessario crederci (oltre a fare) perché la ripresa avvenga. 

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MeteoWeek.com (da Getty Images)

Mario Draghi lo aveva già detto in conferenza stampa: nei prossimi mesi ad essere cruciale non sarà la quantità di debito in senso aritmetico, ma dare l’impressione di tenere in mano le redini della ripresa. La partita si giocherà certamente sul fare, ma anche sulla comunicazione. I mercati dovranno avere l’impressione che l’Italia stia andando nella giusta direzione. Solo questo terrà a freno tassi di interesse e consentirà la ripartenza degli investimenti. Ebbene, la costruzione di una nuova narrazione dell’Italia è già iniziata, e l’ha inaugurata sempre Mario Draghi che nella giornata di ieri 1 giugno ha visitato al Tecnopolo di Bologna il Data Center del Centro Europeo per le previsioni meteorologiche, per poi spostarsi a Spezzano di Fiorano (Modena) per visitare gli impianti industriali di un complesso produttivo del distretto ceramico modenese. Ed è in queste occasioni che Draghi ha iniziato le sue iniezioni di fiducia al Paese. “E’ la prima volta che esco da Roma da quando la pandemia si è cominciata ad attenuare, si percepisce sollievo, entusiasmo, una voglia di ricominciare e sprigionare le proprie energie produttive e imprenditoriali, la propria visione del mondo. E’ una cosa che dà conforto”. 

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Mario Draghi e la nuova narrazione italiana: fiducia e ripresa

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Come va dipinto, allora, questo nuovo Bel Paese? A dircelo è nuovamente Draghi: “Questa Italia è viva, forte, e ha tanta voglia di ripartire. I mesi della pandemia sono stati molto duri per i lavoratori e per le imprese ma, grazie ai sacrifici degli italiani e alla forte accelerazione della campagna vaccinale, abbiamo davanti una fase nuova. Una fase di ripresa e fiducia, su cui costruire un paese più giusto e più moderno. E liberare le energie che sono rimaste ferme in questi anni”. Dobbiamo crederci, sembra ripetere, dobbiamo crederci tutti e fino in fondo: solo attraverso l’adesione globale a questa fiducia è possibile la ripartenza.

Il dubbio, però, è sempre sempre lo stesso: è la realtà a plasmare la narrazione, o la narrazione a plasmare la realtà? Draghi sembra aver scelto la seconda, e infatti nei prossimi mesi sarà impegnano in una serie di visite su tutto il territorio nazionale per accompagnare i progetti che costituiranno il Recovery e, con ogni probabilità, per proseguire la sua campagna di iniezione di ottimismo. E infatti nel modenese Draghi ha già anticipato che “gli investimenti e le riforme del nostro Piano non impegnano solo il governo nazionale. Coinvolgono tutti i livelli di governo territoriale e ogni energia produttiva del Paese. Oggi siamo in un luogo di lavoro, di produzione, di successo. È da qui che vogliamo partire per entrare insieme in questa stagione di ripresa e renderla duratura e sostenibile. Perciò serve un’Italia unita nel desiderio di tornare a crescere e credere nel suo futuro“.

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Non solo storytelling

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Ovviamente, ribadisce Draghi, non basta crederci. E’ necessario anche agire. Per questo “il compito del governo è creare un ambiente dove le infrastrutture sono migliori, la formazione fatta bene, dove ci si sente parte della società, per investire e guardare al futuro. Il governo deve creare questo clima e aiutare le imprese come le vostre“. Si parte, allora, dal decreto Semplificazioni, approvato la settimana scorsa in Consiglio dei ministri, che rappresenta “mi auguro, un cambio di passo essenziale per l’Italia. È vasto e complesso. Riduce le incertezze e i tempi delle burocrazie. Anche il metodo è stato incoraggiante, ha avuto il sostegno di sindacati, parti sociali, Regioni e vi ringrazio per questo“. Draghi parla sulla scia degli ultimi dati sul Pil, coglie l’onda e la cavalca: il primo trimestre 2021 si è chiuso in crescita, la variazione acquisita del Pil italiano per il 2021, quella che si otterrebbe se nei trimestri successivi al primo si registrasse una crescita nulla, è pari a +2,6%. Verrebbe da dire che un segnale positivo in una situazione di profonda depressione non è una rinascita, è un’aspettativa di sopravvivenza. Ma dobbiamo crederci fino in fondo, lo dice Draghi.

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