Virus sfuggito da laboratorio, lo studio Usa che parla di ipotesi “plausibile”

Secondo uno studio Usa riportato dal Wall Street Journal l’ipotesi di una fuga del Covid-19 da un laboratorio cinese di Wuhan è “plausibile” e merita “ulteriori indagini“. Lo studio è stato realizzato nel maggio 2020 dal dal ‘Lawrence Livermore National Laboratory’ in California ed è già stato oggetto di analisi del Dipartimento di Stato durante l’amministrazione Trump. Ora lo studio torna al centro dell’attenzione e incrocia i nuovi dubbi avanzati dall’amministrazione Biden. 

covid laboratorio
MeteoWeek.com (da Getty Images)

In questi giorni di dubbi e sospetti avanzati nuovamente dall’Amministrazione Biden in merito all’origine del virus, riemerge anche uno studio realizzato nel maggio 2020 dal ‘Lawrence Livermore National Laboratory’ in California. Lo studio è già stato oggetto di analisi del Dipartimento di Stato – riporta il Wall Street Journal -, in occasione di un’indagine sulle origini della pandemia durante gli ultimi mesi dell’Amministrazione Trump. Il report definirebbe l’ipotesi di una fuga del Covid-19 da un laboratorio di Wuhan come plausibilee come meritevole di “ulteriori indagini“. Ora le analisi del laboratorio nazionale Usa tornano in voga, anzi entrano nell’attenzione pubblica per la prima volta: come riportato dal Wall Street Journal lo studio è stato divulgato ora che il presidente Biden ha pubblicamente richiesto ulteriori approfondimenti sull’origine del virus.

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Nel frattempo, emergono nuovi tasselli utili a comporre un quadro in costante mutazione. Il Washington Post e BuzzFeed hanno pubblicato 3.200 mail che contengono, tra le altre cose, scambi tra Kristian Andersen (professore allo Scripps Research Institute) e Fauci. Le mail sono state pubblicate ricorrendo al Freedom of Information Act, la legge che negli Usa consente un accesso ai documenti delle agenzie federali, anche se parzialmente censurati. Ebbene, il 31 gennaio 2020 Andersen (impegnato nello studio delle caratteristiche genetiche del virus) scriveva a Fauci in una mail: “Alcune caratteristiche sembrano (potenzialmente) costruite. Dobbiamo analizzarlo più attentamente, ci sono ulteriori indagini che devono essere fatte, perché queste opzioni possono sempre cambiare“.

Sospetti a cui Fauci, direttore dell’Istituto nazionale di malattie allergiche e infettive, ha risposto sempre con un certo scetticismo, evitando di cogliere il consiglio di approfondire la questione. Lo stesso Andersen quattro giorni dopo la mail del 31 gennaio – riporta Agi – avrebbe commentato in una lettera della National Academies of Science, Engineering, and Medicine, poi citata dal Lancet: “Costruito può significare molte cose, può essere fatto per ricerche di base o per scopi nefasti, ma i dati dimostrano in modo conclusivo che nessuna di queste due cose è stata fatta“. Nel giro di quattro giorni Andersen ha avuto accesso ad altre evidenze in grado di confutare quanto prima ipotizzato? Difficile dirlo, sulla questione sarà necessario attendere il nuovo parere dell’Intelligence statunitense alla quale Biden ha chiesto un altro parare. Nel frattempo non resta che raccogliere ulteriori tasselli.

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