Giustizia e Rai: per Draghi due passaggi delicati e non più rinviabili

Il premier deve risolvere due dossier fondamentali entro luglio. Cartabia al lavoro sulla Giustizia, ma per la Rai dovrà mediare lui stesso

Parlamento in fibrillazione in queste settimane, forse complice il caldo e il sentire vicine le vacanze estive. Mario Draghi cerca di tenere insieme una maggioranza spesso divisa su tutto, non solo sul ddl Zan. Il premier in queste settimane ha importanti scadenze su due temi caldissimi da fronteggiare: riforma della Giustizia e Rai. Su questi due dossier troverà le maggiori resistenze dei partit, sia per ragioni ideologiche che per la volontà di inserire i propri uomini nei centri di comando, cosa che finora Draghi è riuscito a limitare al semplice dibattito.

Questi due temi sono stati finora rimandati proprio per evitare scontri. Draghi e i ministri a lui vicino però hanno lavorato per mesi per arrivare a una soluzione e i continui rinvii non sono più accettabili: bisogna fare tutto entro agosto.

STOP AI PROCESSI INFINITI

A scaldare il tema Giustizia ci sono anche i referendum proposti dal Partito radicale e sostenuti da Lega e Fratelli d’Italia: separazione delle carriere per i magistrati, responsabilità dei giudici, revisione della legge Severino, riforma del CSM. Queste alcune delle proposte, a cui si aggiunge la riforma del processo penale a cui sta lavorando da mesi la ministra Marta Cartabia, la quale ha già incontrato i capigruppo parlamentari. L’idea è quella di superare la precedente revisione attuata dall’ex-ministro Bonafede e ridurre la durata del processo del 25% in tre anni. Ovviamente contrari i 5 Stelle ma la Corte costituzionale ha già cancellato una delle misure emergenziali alle quali era ricorso l’ex ministro, ovvero la sospensione della prescrizione.

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Su una soluzione in tempi rapidi Cartabia si dice ottimista e il processo parlamentare pare arrivato alla conclusione. “Abbiamo portato in dirittura di arrivo alcune riforme importanti da concludersi, almeno nella parte governativa, entro il mese di luglio” afferma la Guardasigilli. “Gli emendamenti al disegno di legge delega sul processo penale a breve saranno all’attenzione del Consiglio dei Ministri dopo intense settimane di sintesi politica, si tratta di una riforma molto profonda – ha aggiunto – che va a incidere su punti nevralgici della procedura penale“. E mette in allarme su un eventuale stop: “Il prossimo rinnovo dell’organo di autogoverno (il Csm, ndr) non può avvenire, questo mi sembra condiviso da tutti, con le attuali leggi“.

Un obiettivo, quello della riforma della Giustizia, essenziale anche per il Pnrr. Senza di esso infatti non può essere messo in atto, per questo motivo Cartabia lancia un appello: “chiedo a tutti voi magistrati e avvocati una seria assunzione di responsabilità“. Senza il loro consenso sarà molto difficile arrivare portare a termine il suo compito.

La ministra di Giustizia Marta Cartabia

IL PUNTO SULLA RAI

Altro nodo importante da risolvere entro luglio è la questione Rai. Draghi stesso ha chiesto che si acceleri così da fare arrivare il dossier in Consiglio dei Ministri la prossima settimana. C’è da approvare il bilancio ma soprattutto nominare il nuovo presidente, figura su cui tutti i partiti vorrebbero avere voce in capitolo per inserire una personalità a loro vicina. Draghi proverà a proporre due nomi scelti da lui e spera che i gruppi parlamentari non facciano troppe storie. Il premier vorrebbe vedere a piazza Mazzini Giorgio Stock, già presidente di Warner Media. Ci vuole una personalità fuori dai palazzi.

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La necessità è quella di svecchiare una struttura che ha contenuti e idee molto “antichi”, ma non solo: la Rai è l’ultimo dei grandi “carrozzoni statali” dove persone assunte decenni fa svolgono le stesse mansioni per mandati lunghissimi. Una struttura aziendale inefficiente che può esistere solo col benestare dello Stato. Finora Draghi ha potuto gestire gli altri dossier con una certa autonomia, ma sulla Rai le resistenze si faranno sentire.

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