Il vaccino funziona, in Friuli solo 0,01% finisce in terapia intensiva”

Il vicegovernatore del Friuli Venezia Giulia Riccardi presenta dati incoraggianti. Un modello da riprodurre a livello nazionale

Numeri importanti dal Friuli Venezia Giulia sui vaccini. Il vicegovernatore della regione Riccardo Riccardi durante la conferenza stampa ha resi noti i dati relativi al territorio: “I nuovi positivi dopo il ciclo vaccinale concluso da 14 giorni sono lo 0,1 per cento: di questa quota solo una percentuale minimale è stato ricoverato e nessun caso ha richiesto l’accesso alla terapia intensiva“. I dati fanno ben sperare e suggeriscono l’importanza della campagna vaccinale nonostante il dilagare della nuova variante Delta.

Dobbiamo continuare con la campagna vaccinale e far comprendere a chi non si è ancora deciso che questa è la strada maestra per uscire dall’emergenza riprendendoci la nostra vita” continua Riccardi che ha poi sottolineato l’importanza della collaborazione tra le istituzioni. “Se oggi siamo in grado di presentare questi risultati è anche merito della collaborazione con lo Stato e le altre Regioni“.

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Unire la risposta sanitaria all’attività di assistenza sul territorio è stato possibile – ha spiegato ancora Riccardi – grazie alla straordinaria collaborazione tra il servizio sanitario e il sistema di volontariato della Protezione civile che in Friuli Venezia Giulia è molto radicato in seguito all’esperienza del terremoto. La gestione della pandemia è stata quindi un’esperienza importante in cui queste due grandi organizzazioni hanno lavorato in modo complementare nella complessità e nella diversità della condizione della distribuzione del contagio. Nella prima fase il sistema di protezione civile è stato determinante per invitare la popolazione a rispettare il lockdown e siamo riusciti a contenere l’emergenza“.

Sulla richiesta di cambio degli indicatori per valutare lo stato di rischio, Riccardi ha sottolineato che “oggi il quadro è profondamente cambiato e resta importante proteggere il sistema ospedaliero, anche perché non c’è solo il Covid da fronteggiare. Quindi, seppure da non trascurare, gli altri indicatori rispetto alla pressione ospedaliera sono da considerare in secondo piano“.

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Sollecitato dal moderatore sul completamento della riforma sanitaria, interrotta dall’emergenza pandemica, Riccardi ha affermato che “la politica deve avere il coraggio di cogliere l’occasione di questa pandemia epocale per fare qualche contabilità elettorale in meno e mettere in primo piano la responsabilità di scelte che forse a breve e medio termine non pagano ma che in prospettiva lunga diventano un modello efficiente“. Rispondendo infine all’appello dal presidente della Siti Antonio Ferro, a nome degli operatori di sanità pubblica, sulla necessità di ripotenziare i Dipartimenti di prevenzione deprivati negli anni di personale e competenze a favore del territorio, Riccardi si è detto convinto che sia necessario “un rafforzamento: occorre rimetterli in testa al sistema dotandoli di un adeguato modello organizzativo e con forti competenze nella gestione dei flussi informativi, due aspetti in cui scontiamo alcuni ritardi. Il Friuli Venezia Giulia considera il potenziamento dei Dipartimenti di prevenzione e la loro organizzazione una delle priorità in ordine alla revisione del modello del sistema sanitario“.

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