Minore obbligato a prostituirsi online: arrestati la madre e un sacerdote

A condurre l’inchiesta, i carabinieri di Termini Imerese. Agli atti chiamata tra il prete e il minore. Secondo il gip, le prestazioni sessuali sarebbero state pagate con le offerte dei fedeli

Prete-Meteoweek.com

Una donna, in cambio di pochi euro costringeva il figlio a esibirsi in atti sessuali di fronte alla videocamera del pc. Una madre di Palermo è finita ai domiciliari per prostituzione minorile aggravata. A guarda i filmini hard c’era un sacerdote di San Feliciano Magione (Perugia) che pagava la donna per assistere alle suddette esibizioni hard del minorenne. L’uomo è finito nel carcere di Spoleto. Secondo il gip, come riporta Adnkronos, il prete arrestato applicava un «perverso modus operandi in totale spregio dei principi di etica e di religiosità che dovrebbero ispirare il suo comportamento». 

Le intercettazioni

Il gip cita inoltre una chiamata in cui il sacerdote, «pur dimostrandosi compiaciuto del video a contenuto sessuale ricevuto» dal 17enne, «ne pretende un secondo di identico contenuto dov’è possibile vedere anche il volto del minore al momento dell’orgasmo». «Mandamene uno dove si vede il tuo volto mentre godi…che mi piace molto..», dice il sacerdote al giovane. «Dinanzi alla richiesta di danaro formulata dal ragazzo» il prete «risponde rammentando al suo giovane interlocutore che già in passato gli aveva mandato dei soldi».

Ecco il discorso tra i due:«Va bene…si vedrà…Poi ci dico…il regalino non lo deve fare? Non…non pretendo…se…se lo vuole fare…se non lo vuole fare…niente!», dice il giovane. E il sacerdote: «Non ho capito…». «Ci dico il regalino me lo vuole fare però?». «Eh ma quante volte di devo fare sto regalino…una volta ti ho mandato pure i soldini…non hai fatto niente lo stesso…». «Mandami questo video come ti ho detto io...», continua il prete. «No no no…», ribatte il ragazzo.  «Oppure fai un video in diretta…», insiste. “Padre, niente mi manda a me che sono senza una lira?…”. “No, perché non ho niente ho solo pochi soldi ormai li ho promesso a F. ed anche ad A. tu…questa sera parliamo, va bene?”. “Dieci euro che mi compro le sigarette, padre”. E ancora: “Ora vediamo, poi parliamo…ok”, dice il parroco al ragazzino che chiede soldi. “Padre a me mi deve dire una parola si o no …”. “Te l’ho detto ora vediamo eh…”. “Caso mai ti mando dieci euro con A., va bene?”. E il minore risponde: “Va bene…”. Il tutto in cambio di sesso via chat e video.

Il prete, per pagare le prestazioni con il minore avrebbe usato anche i soldi delle offerte dei fedeli. È quanto si apprende dall’ordinanza di custodia cautelare a carico del prete e della madre del 17enne. «Nonostante il minore non si senta bene e prospetti il bisogno di avere dei medicinali, il parroco dimostra noncuranza dello stato psico-fisico del minore, e lo induce a effettuare ugualmente la videochiamata»,  scrive il gip. «Significativo il riferimento ai soldi da parte del parroco: ‘Anche a tuo cognato ieri glieli avrei voluti mandare ma non ho potuto non che non ho voluto.. non ce li avevo e non ce li ho.. se arriva qualche cosa magari vedo cosa posso fare ma sinceramente non ce l’ho..».

«Sebbene allo stato della discovery delle indagini, non sia affiorata la prova certa di incontri diretti o rapporti sessuali avvenuti di presenza fra il parroco e i minori, si delinea ugualmente una condotta di estrema gravità penalmente rilevante, potendo affermarsi che, con cadenza quasi giornaliera» il prete arrestato «è solito intrattenere rapporti telematici di natura esclusivamente sessuale con soggetti di minore età, li induca a compiere atti di autoerotismo, talvolta in presenza fra di loro, dietro la promessa e corresponsione di somme di denaro che vengono caricate sulle carte post pay in uso ai minori stessi», scrive ancora il gip di Palermo Fabio Pilato.

«Il linguaggio esplicito e monotematico utilizzato dimostra come le relazioni intrattenute dal parroco con i suoi giovani interlocutori non trovino fondamento nel ministero del sacerdozio o in ragioni di assistenza sociale, ed obbediscano esclusivamente alle irrefrenabili esigenze di soddisfacimento di insani impulsi sessuali.  Non sussiste infatti nessuna conversazione che lasci solo ipotizzare che le dazioni di danaro fossero ispirate a ragioni di solidarietà, di aiuto o di beneficenza da parte del prete nei confronti di soggetti poco abbienti».

La madre, consapevole della natura dei rapporti

La madre del minorenne, secondo quanto riporta il gip,  «ha dimostrato di essere consapevole della natura dei rapporti fra il figlio ed il parroco e di trattenere una parte delle somme che questi invia come corrispettivo per il perverso scambio di prestazioni. «A svelare la consapevolezza dell’indagata» una conversazione del 28 maggio «laddove la donna invita il figlio a mandare un video a padre Vincenzo per avere in cambio dei soldi, suggerendogli al contempo di prospettare al sacerdote uno stato di necessità».

«Dalle risultanze delle conversazioni captate a seguito delle autorizzate intercettazioni telefoniche e telematiche è risultato che» il prete «con cadenza e frequenza giornaliera», fosse «solito contattare ragazzi minorenni di sesso maschile originari di Termini Imerese e delle zone limitrofe con i quali effettua delle videochiamate a sfondo sessuale mediante le applicazioni whatsapp o messenger, chiamate durante le quali i minori compiono atti di autoerotismo dietro la promessa e corresponsione di somme di denaro che poi vengono caricate dall’indagato su carte post pay in uso ai minori».

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«Facciamo la video chiamata tutte e due soli come l’altra volta… te lo ricordi?». «Sì, certo…». Queste intercettazioni sono del 21 aprile scorso tra il prete di Perugia arrestato e un ragazzino di Termini Imerese. I due si accordano per una chat per fare sesso online in cambio di soldi. «Possiamo farla… almeno così… così almeno domani… almeno mi compro le sigarette… perché non ho una sigaretta da ieri sera… […incomprensibile…]…», dice il minore. «Domani… domani… domani ti mando qualcosa… domani mattina… va bene?», gli risponde il sacerdote. «Va bene! Ora io finisco di sistemare…». Poi il sacerdote domanda  come si chiama l’amico del ragazzo, «ma… lui ha detto che era d’accordo… giusto?», gli chiede. E il minore: «Ah si… però adesso… ora… ora appena arrivo a casa ci parlo io…». «Ma… è d’accordo o no?». «È d’accordo… si! Tranquillo… ci parlo io ora arrivando a casa…». «Ma lui vuole? G. è d’accordo? Penso di no… no?». «Lui è fatto così… va bè… comunque dai… ti… ti… ti scrivo dopo io… dai…». «Ti voglio bene… ciao».

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Il gip scrive:«Che l’incontro sessuale a distanza dietro il pagamento della somma di denaro sia effettivamente avvenuto immediatamente dopo lo si evince dalla conversazione del giorno dopo».

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