Libia, appello dei ministri Esteri vicini: “Ritiro dei mercenari e rispetto della sovranità”

Libia, i ministri degli Esteri vicini si sono riuniti in un incontro di due giorni per discutere delle problematiche del Paese: appello al ritiro dei mercenari, al rispetto della sovranità e allo svolgimento di elezioni eque.

Libia riunione ministri esteri sui mercenari - meteoweek.com
Libia, riunione dei ministri degli Esteri ad Algeri (foto di AFP via Daily Sabah) – meteoweek.com

La riunione di due giorni dei ministri degli Esteri dei Paesi limitrofi alla Libia, organizzata dal governo algerino, è terminata nelle scorse ore. Si è tenuta ad Algeri, sotto la presenza dei rappresentanti di alto livello dei paesi vicini e delle organizzazioni regionali e internazionali, tutti riuniti a sostegno della Libia. Un evento molto importante, questo, durante il quale si è discusso di diverse tematiche: dalla salvaguardia delle elezioni parlamentari e presidenziali nazionali inclusive, libere ed eque che si terranno questo dicembre, alla sicurezza, dai diritti economici e umani/umanitari stabiliti ai processo di Berlino.

Vi hanno preso parte, oltre ai ministri degli Esteri di Egitto, Tunisia, Sudan, Ciad e Niger, anche il Segretario generale della Lega Araba, Ahmed Aboul Gheit, e l’inviato speciale delle Nazioni Unite, Jan Kubis. Al termine degli incontri è stato poi rivolto un appello ai mercenari a lasciare la Libia e a rispettare la sovranità e l’unità del Paese. Mentre ai partiti libici, in previsione delle elezioni, è stato chiesto di attenersi alla road map politica, con un “cessate le ostilità”.

Libia, appello al ritiro dei mercenari ed elezioni sicure

”La questione del ritiro di mercenari, terroristi e forze irregolari è una questione fondamentale, che condiziona il successo delle elezioni“, ha affermato il ministro degli Esteri algerino Ramtane Lamamra durante il suo intervento in conferenza stampa. ”La Libia è la prima vittima di questi elementi irregolari ed è reale il rischio che anche i Paesi vicini diventino vittime, se il ritiro non viene gestito in modo trasparente e organizzato”, ha poi aggiunto, spiegando che l’Algeria è pronta a impegnarsi a sostegno della Libia.

Finora il parlamento libico non è riuscito a concordare un quadro giuridico per tenere le elezioni, ma l’inviato delle Nazioni Unite, Jan Kubis, ha esortato i legislatori a finalizzare le leggi necessarie per il voto di dicembre “senza ulteriori ritardi”. Lo stesso Kubis ha anche espresso preoccupazione per la continua presenza di mercenari, combattenti e forze straniere in Libia, facendo eco agli appelli del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite per la piena attuazione dell’accordo di cessate il fuoco di ottobre, compreso il ritiro di truppe e mercenari stranieri.

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Secondo quanto viene riportato da Daily Sabah, le Nazioni Unite hanno stimato che a dicembre ci fossero almeno 20.000 combattenti stranieri e mercenari in Libia, tra cui siriani, russi, sudanesi e ciadiani. “La Libia è in una fase critica in cui i significativi risultati e progressi del periodo passato devono essere consolidati con un ulteriore slancio per continuare la transizione politica verso un paese unificato, pienamente sovrano, pacifico e stabile”, ha affermato Kubis.

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In base a un cessate il fuoco sostenuto dalle Nazioni Unite e firmato il 23 ottobre, le truppe e i mercenari stranieri avrebbero dovuto ritirarsi dalla Libia entro tre mesi. Tale termine è passato senza però alcun rispetto dello stesso da parte dei combattenti. Mercenari stranieri e nuovi flussi di armi si sono invece riversati nel paese da quando Haftar ha lanciato la sua offensiva, con la Russia e gli Emirati Arabi Uniti (EAU) che rappresentano i principali fornitori del generale golpista. Nel mese di giugno, il comando africano degli Stati Uniti (Africom) ha inoltre rivelato che duemila mercenari russi del gruppo Wagner (di proprietà dell’imprenditore Yevgeny Prigozhin, una figura vicina al presidente russo Vladimir Putin) avevano operato a fianco delle forze di Haftar.

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