Stranieri con permesso di lavoro potranno ottenere l’assegno di maternità

La Corte di Giustizia dell’UE ha stabilito che l’inps dovrà pagare assegno di natalità e maternità agli stranieri con permesso di lavoro.

Stranieri con permesso di lavoro potranno avere l'assegno di maternità
Stranieri con permesso di lavoro potranno ottenere l’assegno di maternità

La Corte ha bocciato le condizioni della legge 190/2014 che richiedeva il possesso dello status “soggiornanti di lungo periodo” per ottenere i suddetti benefici. La sentenza della Corte, basata sulla direttiva 2011/98, afferma che i benefici degli assegni di natalità e maternità “rientrano nei settori di sicurezza sociale”. L’Unione europea, infatti, prevede regole comuni per tutelare i diritti previdenziali dei cittadini che si spostano all’interno dell’Europa. Tali regole si applicano ai cittadini UE, apolidi o rifugiati, e stranieri non europei che soggiornano legalmente sul territorio. La direttiva ripresa nella sentenza garantisce ai cittadini di paesi terzi “parità di trattamento” e l’Italia sarà obbligata a rispettarlo. Il nostro paese avrebbe potuto evitare tale conclusione ma non si è avvalso “della facoltà offerta agli stati membri di limitare la parità di trattamento”.

L’ordinanza della Corte Costituzionale

Ordinanza Corte Costituzionale - meteoweek.com
Ordinanza della Corte Costituzionale – meteoweek.com

Con l’ordinanza n.182 del luglio 2020, la Corte Costituzionale richiese alla Corte di Giustizia Europea di verificare la compatibilità del diritto italiano con quello dell’Unione.

“Il divieto di discriminazioni arbitrarie e la tutela della maternità e dell’infanzia, salvaguardati dalla Costituzione italiana (artt. 3, primo comma, e 31 Cost.), devono […] essere interpretati anche alla luce delle indicazioni vincolanti offerte dal diritto dell’Unione europea (ex artt. 11 e 117, primo comma, Cost.). Sulla portata e sulla latitudine di tali garanzie, che si riverberano sul costante evolvere dei precetti costituzionali, in un rapporto di mutua implicazione e di feconda integrazione, si concentrano le questioni pregiudiziali che in questa sede si ritiene di sottoporre al vaglio della Corte di giustizia.”

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Tale ordinanza traeva, a sua volta, origine dalla questione di legittimità costituzionale sollevata sulla legge 190/2014 (c.d. “legge di stabilità 2015”). La subordinazione dei benefici al possesso dello status di “soggiornanti di lungo periodo” si ritenevano infatti incompatibili anche con la Costituzione. Secondo i giudici di legittimità, infatti, la normativa violerebbe gli articoli 3 e 31 della Costituzione oltre che i principi dell’ordinamento europeo.

Stranieri con permesso di lavoro, una questione sociale

Perché questa sentenza è rilevante? Perché è importante che tutti gli stranieri con permesso di lavoro possano ottenere gli assegni di natalità e maternità? Perchè ciò che distingue lo status di “soggiornanti di lungo periodo” è spesso la condizione economica. Durata della permanenza in Italia (5 anni), reddito e alloggio adeguato finirebbero per essere un parametro che discrimina chi versa in condizioni di bisogno.

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La Corte Costituzionale, in verità, è stata ferma nell’assunto che l’introduzione di requisiti di accesso differenziati a carico degli stranieri possa avvenire “solo in presenza di una causa normativa non palesemente irrazionale o arbitraria, che sia cioè giustificata, anche in virtù del principio solidaristico, da una ragionevole correlazione tra la condizione cui è subordinata l’attribuzione del beneficio e gli altri peculiari requisiti che ne condizionano il riconoscimento e ne definiscono la ratio”. Sarebbe stato assurdo che, proprio le disposizioni per garantire sicurezza sociale, finissero per escludere le persone che più hanno bisogno di un supporto.

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