Simona Viceconte si uccise per timore di perdere le figlie: procura chiede processo per il marito

Simona Viceconte, sorella di Maura, ex campionessa di maratona, si uccise perché aveva paura di perdere le figlie. E sotto accusa finisce il marito, per cui la procura ha chiesto il processo

Simona Viceconte-Meteoweek.com

Simona Viceconte si era impiccata a 45 anni il 13 febbraio 2020 con un foulard nella tromba delle scale del suo condominio, dove abitava col marito, Luca Amprino, e con i figli. Simona era la sorella di Maura Viceconte, ex campionessa di maratona (anche lei suicidatasi nel 2019). La Procura di Teramo ha aperto un’inchiesta sul suo decesso, conclusasi in questi giorni con la decisione di chiedere il rinvio a giudizio del marito della donna, di 8 anni più grande di lei, con l’accusa di maltrattamenti psicologici.

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La relazione di Simona col marito, secondo quanto riporta Il Messaggero, aveva portato la coppia a separarsi e avevano aperto un’indagine. La procura si era concentrata soprattutto sulla pista dei maltrattamenti psicologici, invece che sull’ipotesi di istigazione al suicidio. La donna era di Chiusa San Michele che si trova in Val di Susa e per anni avrebbe subìto le vessazioni quali risparmiare denaro giorno dopo giorno, muoversi in bus, dopo che il marito l’aveva costretta a vendere la sua auto.

Simona e Maura Viceconte-Meteoweek.com

Simona, per seguire la sua famiglia, aveva lasciato il lavoro. Poi, il 13 febbraio 2020, il gesto estremo. Una coincidenza sconvolgendo con la morte della sorella, colpita da una malattia e suicida anche lei un anno prima. La Procura ha individuato come parti offese il fratello, la madre e i figli di Simona. La prima udienza si terrà a ottobre, e Luca Amprino dovrà presentarsi davanti ai giudici, poiché accusato di istigazione al suicidio e maltrattamenti psicologici, che l’uomo metteva in atto ormai a matrimonio concluso, dato che Simona si era rivolta a un legale per separarsi.

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Negli atti della richiesta di separazione, Simona aveva raccontato delle vessazioni subìte dal marito. Le aveva tolto lavoro, soldi, amore, persino l’auto, nonché della sua autonomia. Alcune amiche di Simona, sentite come testimoni, avrebbero raccontato di un episodio in cui Simona fu costretta a restare a casa perché le aveva tolto persino i soldi per un caffè o per il gelato alle bambine. Bambine ora individuate come parte lesa, con fratello e padre della Viceconte.

Amprino ha respinto ogni addebito, dicendo che la moglie aveva una sua indipendenza economica e che quando ha capito che c’era un problema in casa, aveva avveritito i parenti per far sì che la aiutassero. Come quella volta in cui, già in precedenza, aveva provato a uccidersi in casa.

 

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