21enne scaricava testi sul suprematismo bianco: giudice lo condanna a leggere Jane Austen e Charles Dickens

Il giudice della Corte di Leicester ha imposto al giovane di leggere i grandi classici della letteratura inglese, e nel mese di gennaio lo interrogherà 

Libri Jane Austen-Meteoweek.com

Un giudice della Corte di Leicester, in Inghilterra, ha condannato Ben John, 21 anni, a scontare una pena “culturale”, dopo che la polizia lo aveva individuato come soggetto a rischio terrorismo. Nonostante lo avessero inserito nel programma “Prevent”, il giovane continuava a scaricare testi riguardanti il suprematismo bianco. Così, il giudice ha optato per una singolare condanna, ossia recuperare testi decisamente più educativi, quali i romanzi di Jane Austen, Charles Dickens e le opere di Shakespeare.

Ben John è un ex studente della De Montfort University di Leicester e si è specializzato in criminologia, ma era giunto a collezionare 70mila file sull’estrema destra e sulla figura di Hitler, oltre che parecchi volumi su come architettare un attacco terroristico. Ecco perché l’11 agosto lo hanno condannato per «possesso di informazioni suscettibili utili per preparare un atto terroristico». Per quest’accusa, in Inghilterra si può arrivare a scontare 15 anni di galera. Il giudice, però, l’ha pensata diversamente, considerando il gesto del 21enne «un atto di follia adolescenziale e un caso isolato».

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La Corte conosceva già il ragazzo, poiché tre anni fa lo avevano beccato per aver pubblicato una lettera in cui rivendicava di appartenere a un gruppo nazifascista e in cui si schierava apertamente contro gay, immigrati e liberali. Per non imporgli oltre dieci anni di carcere, il giudice ha optato per un altro modo di rieducarlo.

Dietro la promessa strappata al giovane di non scaricare più il suddetto materiale suprematista, ha imposto a John di leggere titoli più educativi, quali Jane Austen, Charles Dickens, Shakespeare, Hardy e Trollope.

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«Il 4 gennaio», gli ha detto il giudice, «mi dirai quello che hai letto e io ti metterò alla prova. Se penso che mi stai mentendo soffrirai».

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