«Torture e omicidio» in carcere S.M. Capua Vetere, chiusa indagine. Gravi accuse per 120 indagati

Agenti e funzionari Dap accusati (a seconda del grado di colpa) di tortura, lesioni, abuso autorità, falso e cooperazione nel delitto colposo del carcerato algerino Lakimi Hamine

Smcv Violenza carcere-Meteoweek.com

Sono terminate le indagini sulle violenze perpetrate da parte dei poliziotti del Penitenziario nei confronti dei detenuti del carcere di Santa Maria Capua Vetere (Caserta). Si tratta di una vicenda, documentata tramite video dei pestaggi, che risalgono al 6 aprile 2020. Gli indagati sono 120, tra poliziotti e funzionati Dap. L’accusa, a vario titolo, è quella di tortura, lesioni, abusi d’autorità, falso, e collaborazione nel delitto colposo di Lakimi Hamine, carcerato di origini algerine.

Il detenuto era morto il 4 maggio 2020 dopo un periodo di isolamento iniziato con il giorno delle violenze. Tra gli indagati anche il comandante della Polizia Penitenziaria all’epoca, l’ex provveditore Dap e i poliziotti che si trovavano nel settore isolamento.

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Secondo la Procura, Hamine sarebbe stato picchiato in modo feroce dopo essere stato portato via dalla sua cella e trasferito in quella di isolamento. Qui il detenuto, avrebbe preso «in rapida successione e senza controllo sanitario un mix di farmaci, tra cui oppiacei, neurolettici e benzodiazepine».

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L’assunzione delle suddette medicine avrebbe causato dopo un mese il decesso dell’uomo per arresto cardiaco in seguito a edema polmonare acuto.

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