Scuola, Bianchi: “Non torneremo più in Dad, lavoriamo su linee guida”

La scuola ripartirà in sicurezza nei prossimi giorni, nonostante la pandemia di Covid-19 desti ancora qualche preoccupazione. Il ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi, ha assicurato che non si tornerà più alla didattica a distanza. L’associazione Cittadinanzattiva, tuttavia, chiede che vengano diramate linee guida ben precise, soprattutto in merito all’utilizzo della mascherina in classe. 

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Patrizio Bianchi, ministro dell’Istruzione del Governo Draghi – meteoweek.com

Il nuovo anno scolastico è al “via”, ma i dubbi – a causa della pandemia di Covid-19 ancora in corso – sono molti. L’ultimo decreto del Governo ha decretato che docenti e operatori dovranno avere obbligatoriamente il Green Pass per accedere agli istituti. Le classi con studenti tutti vaccinati, inoltre, potranno evitare di indossare la mascherina. Le linee guida, tuttavia, sono ancora da chiarire nei dettagli. L’obiettivo del ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi, è tornare sui banchi in sicurezza e scongiurare l’ipotesi di ricorrere nuovamente alla didattica a distanza.

Bianchi sul ritorno a scuola

La scuola sarà l’ultima cosa che chiuderà nel Paese”. Lo ha assicurato il ministro Patrizio Bianchi nel corso di un’intervista a Repubblica. Le regole per riaprire in sicurezza, tuttavia, sono ancora da definire nel dettaglio. “È scritto chiaramente nel decreto del 6 agosto, il 111: se in un istituto si certifica un focolaio, si isola l’istituto. Se il contagio è in una classe, si isola la classe. Non vedremo più intere Regioni con i plessi chiusi per il Covid. Abbiamo scelto un approccio strutturale per non tornare più in Dad”, ha aggiunto. “Lavoriamo per una nuova normalità e daremo segnali importanti in questo senso. Partiamo con l’anno e poi lo faremo, stiamo lavorando alle linee guida”.

L’appello di Cittadinanzattiva

L’associazione Cittadinanzattiva, intanto, ha rivolto un appello al Governo sul tema della scuola affinché vengano eliminate le classi sovraffollate (il decreto legge 81 del 2009, cosiddetto Tremonti-Gelmini, attualmente in vigore, prevede che il massimo di alunni sia fissato a 30); si ci doti di dispositivi di aerazione; vengano dettate regole chiare sull’uso della mascherina, sulla quarantena e sulla didattica a distanza. “Tutto questo per venire incontro alle esigenze di chiarezza e di programmazione dei dirigenti, per dare informazioni univoche alle famiglie ma soprattutto assicurare a tutti gli studenti uguali diritti e garanzie sul territorio nazionale, evitando che Regioni e singoli istituti scolastici si muovano in ordine sparso come troppo spesso accaduto nello scorso anno scolastico”, si legge nella nota. Il tema delle classi sovraffollate, in particolare, è prioritario. In gran parte delle regioni italiane, infatti, ci sono quasi 17.000 classi con oltre 25 alunni (ovvero il limite fissato dalle normative antincendio), appartenenti nel 55% dei casi agli Istituti di II grado.

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Adriana Bizzarri, coordinatrice nazionale Scuola di Cittadinanzattiva – meteoweek.com

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Una situazione che va sanata una volta per tutte per ottemperare alle esigenze di sicurezza legate non solo all’emergenza sanitaria ma anche alle emergenze che si potrebbero creare per il rischio alluvione e sismico, che interessano il nostro territorio nazionale. Oltre a ciò si migliorerebbe la vivibilità e il benessere all’interno delle aule, si assicurerebbe una migliore qualità dell’insegnamento e dell’apprendimento, delle relazioni interpersonali significative a beneficio di tutti ma soprattutto dei ragazzi più fragili“. Lo ha detto Adriana Bizzarri, coordinatrice nazionale Scuola di Cittadinanzattiva. “Gli istituti scolastici italiani sono ancora privi del certificato di agibilità per una percentuale pari al 53,8%, nel 38,6% del collaudo statico e nel 59% del certificato di Prevenzione Incendi, fondamentali in un Paese nel quale le scuole in zone ad elevata sismicità sono 17.343 pari al 43% del totale. Inoltre, nell’ultimo anno, a seguito della pandemia, in gran parte dei casi le scuole non hanno rivisto il Piano di Emergenza né realizzato le prove di evacuazione”.

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