Hong Kong: Al via le prime elezioni per soli “patrioti”

Meno di 5.000 persone di Hong Kong, per lo più appartenenti a circoli pro-establishment, hanno iniziato a votare oggi.

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I candidati del un comitato elettorale, scelti tra i fedeli a Pechino, sceglieranno il prossimo leader della città sostenuto dalla Cina. I candidati pro-democrazia sono quasi assenti dalle prime elezioni di Hong Kong da quando Pechino ha revisionato il sistema elettorale. La Cina spiega ciò con la volontà di assicurare che “solo i patrioti” governino la città più libera della Cina. “L’intero obiettivo di migliorare il sistema elettorale è di assicurare che i patrioti amministrino Hong Kong”.

Queste le parole dette domenica mattina da Carrie Lam, capo dell’esecutivo di Hong Kong. “Dubito molto che un altro governo o paese permetterebbe l’elezione pubblica alla loro legislatura locale di persone la cui missione è quella di minare l’interesse nazionale o la sicurezza nazionale”. Il comitato elettorale selezionerà 40 seggi nel rinnovato Consiglio Legislativo a dicembre, e sceglierà un capo esecutivo a marzo. La polizia ha aumentato la sicurezza in tutta la città, e i media locali hanno riferito che 6.000 agenti dispiegati per assicurare un voto regolare.

I cambiamenti al sistema politico sono gli ultimi di una serie di mosse che hanno messo il centro finanziario internazionale su un percorso autoritario. Ricordiamo in questa sede la legge sulla sicurezza nazionale che punisce tutto ciò che Pechino considera come sovversione, secessione o terrorismo. La maggior parte degli attivisti e dei politici democratici di spicco, infatti, sono ora in prigione o sono fuggiti all’estero. A maggio il parlamento cinese ha cambiato il sistema elettorale di Hong Kong, riducendo la rappresentanza democratica nelle istituzioni. Si introduce il meccanismo di controllo dei candidati e dei vincitori delle elezioni. Questo ha eliminato qualsiasi influenza che l’opposizione era in grado di esercitare sugli esiti delle elezioni politiche.

Fuori i magnati di Hong Kong, restano i figli

I cambiamenti hanno anche ridotto drasticamente l’influenza dei potenti magnati della città. Tuttavia, alcuni gruppi vicini ai loro interessi commerciali mantengono una presenza nel comitato di 1.500 persone che seleziona il capo dell’esecutivo di Hong Kong. Molti importanti magnati, tra cui l’uomo più ricco di Hong Kong Li Ka-shing, non saranno nel comitato elettorale per la prima volta. Tre magnati, proprietari di CK Asset Holdings, Henderson Land e New World Development, si sono ritirati dalla corsa. I loro figli, tuttavia, curiosamente manterranno i loro posti. La Cina ha promesso il suffragio universale come obiettivo finale per Hong Kong nella sua mini-costituzione (la Legge fondamentale). Gli attivisti per la democrazia e i paesi occidentali dicono che la revisione politica muove la città nella direzione opposta, lasciando l’opposizione con spazio limitatissimo.

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I 117 consiglieri distrettuali a livello di comunità, dominati dai democratici, sono stati eliminati. Sono stati aggiunti, invece, più di 500 posti designati per i gruppi economici, politici e di base cinesi. La nuova lista elettorale include organizzazioni a livello comunitario come il Modern Mummy Group e la Chinese Arts Papercutting Association, ha riferito Cable TV. La rappresentanza dei sottosettori professionali, che tradizionalmente avevano una maggiore presenza pro-democrazia, risulta diluita dall’aggiunta di membri ex-officio.

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