Minorenne abusata e picchiata con un tubo di gomma: arrestato il patrigno

Una giovane ragazza minorenne è stata abusata e picchiata con un tubo di gomma. Arrestato il suo patrigno, che feriva anche il fratello minore.

La giovanissima ha ricevuto le prime attenzioni morbose da parte del patrigno quando aveva appena 10 anni, poi la violenza sessuale. A porre fine al suo incubo sono stati i carabinieri del Nor di Agrigento, che hanno fatto scattare le manette ai polsi del patrigno, un pluripregiudicato di Santa Elisabetta, già affidato in prova ai servizi sociali dal Tribunale di sorveglianza a seguito di una condanna per violenza privata.

“Vivevano in una prigione fisica e psicologica”, gli inquirenti arrestano il patrigno

I militari hanno dato esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip di Agrigento a carico dell’uomo che dovrà rispondere di violenza sessuale su minore, maltrattamenti in famiglia e lesioni. Le indagini sono scattate quando la vittima, un’adolescente minore di 16 anni, ha chiesto aiuto agli uomini dell’Arma raccontando i gravissimi comportamenti del patrigno. La giovanissima vittima è stata prima oggetto di attenzioni morbose, iniziate quando aveva solo 10 anni e poi sottoposta a violenti atti sessuali in assenza dei familiari conviventi.

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Anche il fratello minore della ragazzina avrebbe subito maltrattamenti. “Picchiato dal patrigno da quando aveva 8 anni e sottomesso al punto da credere di meritare le punizioni fisiche inflittegli”, hanno raccontato i militari dell’arma. Le botte raccontate agli inquirenti dalle due vittime vedevano la presenza della ‘sucalora‘, termine dialettale usato per indicare il tubo di gomma brandito dal patrigno per picchiarli.

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“Una prigione domestica fisica e psicologica, costruita dall’indagato con l’imposizione del silenzio sulle sue condotte e con una serie di vessazioni quali il divieto per i due fratelli di frequentare i coetanei, i lunghi periodi di punizione trascorsi chiusi in casa e, per la ragazzina, il divieto di indossare la minigonna e di truccarsi”, questo l’incubo che vivevano i due giovanissimi. L’indagato è stato rinchiuso nel carcere di Agrigento.

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