Polemica sull’inaugurazione della statua in Cilento (Campania). L’autore, Emanuele Stifano:«Inutile dare spiegazioni a chi ci vede depravazioni»
È polemica sull’inaugurazione della statua dedicata alla spigolatrice di Sapri (Salerno). Da ieri sul web hanno iniziato a circolare foto dell’evento a cui hanno presenziato alcuni politici, i cittadini e lo scultore Emanuele Stifano, autore dell’opera. È nata dunque una certa spaccatura di pareri, tra chi ne ammira la bellezza e il corpo rappresentato nell’opera d’arte, e chi lancia accuse di sessismo.
Ora, la statua è molto seducente, ma la discussione nasce sul fatto se sia adeguata o meno. Nello specifico, per capire meglio di cosa stiamo parlando, dobbiamo andare a ritroso nel tempo, e più precisamente nel 1857, anno in cui occorse la spedizione di Sapri di Carlo Pisacane il cui obiettivo era far scoppiare una rivoluzione contro i Borboni nel Regno delle Due Sicilie.
Chiunque sia andato a visitare questo luogo avrà notato i versi che Luigi Mercantini ha dedicato a questa vicenda sulla stele che ricorda la suddetta spedizione. Mercantini racconta il fatto storico dal punto di vista di una donna che lavorava il grano nei campi, la spigolatrice appunto, e che per caso assste allo sbarco dei rivoltosi e si innamora di Pisacane. «Eran trecento, eran giovani e forti, e sono morti. Me ne andavo un mattino a spigolare, quando ho visto una barca in mezzo al mare», sono i versi di Mercantini.
La donna segue i trecento nel loro combattimento ma assiste alla loro disfatta da parte delle truppe dei Borboni. Il massacro dei trecento, nel tempo, è stato ricordato in molte rappresentazioni, ed è anche divenuto un rito a metà tra lo storico e il turistico, con delle simulazioni di battaglia e figuranti sulla spiaggia.
Questa è la ragione per cui la figura della spigolatrice è un simbolo, una sorta di musa per quelle terre. Ora, la polemica nasce dal fatto che probabilmente ci si aspettava che le si lasciasse quell’aura di figura leggendaria, quasi sacra, come si legge dai commenti indignati di chi ha visto lo svelamento della statua. E anche di coloro che guardandone le fattezze sensuali hanno considerato quest’opera “sessista”.
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«È un’offesa alle donne e alla storia che dovrebbe celebrare. Ma come possono perfino le istituzioni accettare la rappresentazione della donna come corpo sessualizzato? Il maschilismo è uno dei mali dell’Italia», è il commento su Twitter dell’ex presidente della Camera, Laura Boldrini. «Ma come possono perfino le istituzioni accettare la rappresentazione della donna come corpo sessualizzato? Il maschilismo è uno dei mali dell’Italia».
«A Sapri uno schiaffo alla storia e alle donne che ancora sono solo corpi sessualizzati. Questa statua della Spigolatrice nulla dice dell’autodeterminazione di colei che scelse di non andare a lavoro per schierarsi contro l’oppressore borbonico. Sia rimossa!», ha detto l’esponente Pd, Monica Cirinnà.
Antonello Gentile, sindaco di Sapri, ha commentato che «al momento a Sapri nessuna parte sociale o politica ha criticato l’opera o distorto il concetto di opera realizzata dall’artista».
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Lo scultore cilentano Emanuele Stifano ha scritto su Facebook: «Se fosse stato per me avrei fatto una figura completamente nuda, lo stesso vale per il Palinuro di qualche anno fa e per le statue che farò in futuro, semplicemente perché sono amante del corpo umano in generale e mi piace lavorarci. Penso comunque che sia inutile dare spiegazioni a chi vuole assolutamente vederci depravazioni o cose varie».