Schianto aereo a Milano, i nomi delle vittime: bimbo di un anno era italiano

Lo schianto dell’aereo a San Donato Milanese, avvenuto domenica 3 ottobre, ha provocato 8 vittime. A perdere la vita sono stati tutti i passeggeri del velivolo che è precipitato su una palazzina in fase di ristrutturazione. I morti appartenevano a due nuclei familiari. Uno romeno e uno italo-francese, c’è anche un bambino di un anno tra coloro che non ce l’hanno fatta.

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Le terribili immagini del disastro aereo – meteoweek.com

Dramma a San Donato Milanese. Un aereo da turismo si è schiantato ieri contro una palazzina disabitata. Le persone che erano a bordo del velivolo — otto in totale — hanno perso la vita. Inizialmente si era ipotizzato che fossero tutte straniere, ma le ultime notizie hanno rivelato che due di loro, invece, sono italiane. Uno è un bambino di un anno, che era insieme al papà lombardo, alla mamma francese e alla nonna materna. I quattro stavano andando in vacanza in Sardegna insieme alla famiglia di Dan Petrescu, il miliardario romeno che era proprietario del mezzo di trasporto privato e che lo stava pilotando al momento del disastro.

I nomi delle vittime dello schianto dell’aereo

I nomi delle vittime sono stati diffusi poche ore fa. Per quanto riguarda il nucleo familiare romeno si tratta di Dan Petrescu, 68 anni; la moglie Righina Petrescu, 65 anni; il figlio Dan Stefan Petrescu, 30 anni. A loro si aggiunge il canadese Julien Brossard, compagno di quest’ultimo. Per quanto riguarda il nucleo familiare italo-francese, invece, si tratta del lombardo Filippo Nascimbene, 33 anni; la moglie Claire Alexandrescou, 32 anni; il piccolo Rafael, 1 anno; la nonna materna Miruna Anca Wanda Lozinschi, 64 anni. La giovane coppia lavorava in Italia: lui specializzato nella ricerca di manager per le aziende per conto della Starthub Consulting, lei ai vertici manageriali dell’azienda Ramazzotti.

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Filippo Nascimbene e Claire Alexandrescou, genitori del piccolo Rafael – meteoweek.com

La dinamica del disastro a San Donato Milanese

La dinamica dello schianto aereo che ha causato otto vittime a San Donato Milanese adesso è al vaglio degli inquirenti. La Procura ha aperto un’inchiesta. La scatola nera, già rinvenuta, sarà fondamentale per ricostruire l’accaduto. “Il volo è stato seguito fino a un certo punto, finché non è apparsa una anomalia sulle tracce radar e l’aereo è precipitato. Non risulta un allarme lanciato dall’aereo ma un’anomalia segnalata dalla torre. Adesso bisogna verificare di che cosa si tratta”. Lo ha detto il procuratore aggiunto Tiziana Siciliano a poche ore dall’incidente. Una prima ipotesi è che il pilota Dan Petrescu, accorgendosi del malfunzionamento al motore, abbia cercato di rientrare in aeroporto per un atterraggio di emergenza, ma non ce l’ha fatta.

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Alcuni testimoni rivelano che il motore dell’aereo fosse già in fiamme ancora prima che quest’ultimo si schiantasse contro la palazzina in fase di ristrutturazione a San Donato Milanese. “Ci sono video da varie telecamere di sorveglianza che hanno ripreso il momento dell’impatto, ma sono frammenti di pochissimi secondi”, ha aggiunto Tiziana Siciliano. Le persone raccontano di un rumore strano proveniente dal cielo, poi il boato e le grida di coloro che hanno assistito alla scena, i quali hanno immediatamente avvistato resti umani tra le macerie. “L’impatto è stato abbastanza devastante”.

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Il dramma, tuttavia, sarebbe potuto essere di una entità ancora maggiore nel caso in cui non fosse avvenuto di domenica. La palazzina, infatti, è in fase di ristrutturazione e quest’oggi lì si sarebbero recati gli operai che se ne stavano occupando. I lavori erano quasi completati. In quel luogo sarebbe dovuta sorgere una “stazione degli autobus a media e lunga percorrenza”, come spiega l’architetto Michele Pugliese, direttore del progetto. “In un altro momento l’impatto poteva causare più morti, soprattutto perché una volta completato ci sarebbe stata dentro la biglietteria, la foresteria degli autisti, gli uffici della stazione. Entro fine anno si pensava di metterlo in funzione”. Adesso, invece, non restano che macerie e sangue.

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