No, rendere i tamponi gratuiti non è uno spreco di risorse pubbliche

Secondo l’ex direttore dell’Ema non sarebbe etico rendere i tamponi gratuiti. Lo è invece prendere in giro i cittadini continuando a sostenere che vi sia la libera scelta di non vaccinarsi?

“Non è la scienza che può decidere né la politica ma il virus. Il Sars-CoV-2 ha i suoi tempi”

(Guido Rasi, intervista al Corriere della Sera 15 Ottobre 2021)

Guido Rasi non è uno scienziato qualunque. Vanta una lunga esperienza accademica e istituzionale culminata con la direzione dell’Ema, l’agenzia europea del farmaco, dal 2011 al 2014. 

Conversando con il giornalista del Corriere della Sera in una lunga intervista pubblicata oggi 15 ottobre 2021, il medico si è dichiarato favorevole all’introduzione del passaporto vaccinale nei luoghi di lavoro. Non invece alla possibilità di allungare, da un punto di vista normativo, la durata legale di un tampone per venire incontro a tutti coloro che la scelgono come soluzione alternativa al vaccino. 

Personalmente anche io penso sia un errore allungare la durata dei tamponi proprio perché l’evidenza scientifica suggerisce il contrario. Ma quella stessa evidenza scientifica a cui si fa riferimento in realtà non sembrava, a quanto mi risulta, nemmeno propendere per una durata così estesa del green pass ( attualmente di 12 mesi, un’estensione stabilita seguendo gli studi su quanto restiamo immuni dopo il vaccino?).  Dubbioso Rasi, anche sulla possibilità di rendere questi test totalmente gratuiti: “Il tampone gratuito sistematico non dà nessuna garanzia di sicurezza e costituisce quindi uno spreco assoluto ed irragionevole di denaro pubblico”

Questa frase mi ha inquietato. 

Mi sembra l’ennesimo caso in cui chiediamo implicitamente agli scienziati di fornire pareri autorevoli su questioni che nulla hanno di scientifico e in cui la loro autorevolezza diventa pari a quella di tanti altri privati cittadini. 

I tamponi gratuiti sono uno spreco irragionevole di risorse pubbliche? 

È davvero orrendo il modo in cui continuiamo a porre la questione e di irragionevole vedo solo il pensiero dell’ex direttore dell’Ema che si improvvisa pure economista pur di sostenere la sua tesi. Lui da per scontato che le risorse siano limitate. Si, lo sono, viviamo in un sistema in cui siamo fortemente limitati su come e quanto spendere. Ma lo siamo per quale motivo? Perché i complottisti ci tolgono risorse? Quanto inciderebbero i tamponi gratuiti nel bilancio complessivo dello stato?  Un’obiezione potrebbe essere che per il momento le cose stanno così e questo è il sistema economico in cui viviamo. Per cui, siccome non si fa la rivoluzione dall’oggi al domani, dobbiamo comunque preservare quei pochi soldi che abbiamo in cassa, e non sprecarli per aiutare no-vax, no-green pass e reietti similari. In questa prospettiva la gratuità o meno di un tampone mi sembra però l’ultimo dei problemi. Il primo invece lo rintraccio allora nella placidità con cui si accetta la seguente ipotesi: se adesso si presenta una nuova variante del Covid ancora più aggressiva e incontrollabile, torneremo alla situazione dello scorso anno proprio perché le risorse sono limitate e le nostre mani dunque legate. Anche perché molti presidi di emergenza costruiti durante la prima ondata, sono già stati smontati anche in ragione dei loro costi. Non ci hanno messo in ginocchio i vaccini gratuiti alla popolazione, non lo farebbero nemmeno i tamponi, per quanto sarebbe una spesa sicuramente rilevante.

La triste verità è che i nostri governanti fanno tutte le eccezioni del mondo affinché il vaccino sia gratuito, e nessuna invece per fare altrettanto con i tamponi. Si tratta di una scelta politica, non certo dettata da esigenze di bilancio.

Ma questa è una considerazione limitrofa. Non lo è invece ribaltare la prospettiva di Rasi, che parla di spreco di risorse come se fossimo dentro questo folle capitalismo neoliberale senza essere al contempo dentro questa democrazia. 

È uno spreco di risorse mettere i liberi cittadini nella condizione di decidere se vaccinarsi o meno laddove è proprio il nostro governo che ha deciso di conferire loro questa possibilità di scelta? È normale che poi nei fatti questa scelta, giusta o sbagliata che sia, potrà essere portata avanti soltanto da chi ha i soldi per farlo?

In fondo, la maggior parte degli scienziati voleva la vaccinazione obbligatoria, e forse per questo, fingono di non vedere i problemi etici che questa pandemia ci mette tutti i giorni davanti. Oppure li vedono, ma non si capisce bene che tipo di etica si insegua a riguardo. Un altro estratto illuminante della conversazione dell’ex direttore Ema con il giornalista del Corriere: 

I no vax già costano alla sanità 70 milioni al mese per le cure in ospedale, come ha stimato un’analisi di Altems. Spenderne altri 15 in tamponi equivarrebbe a depotenziare il dovere di vaccinarsi?

“Significherebbe avallare l’uso non etico delle limitate risorse per la sanità pubblica quando invece bisogna ribadire con fermezza il dovere civico e morale di vaccinarsi in caso di pandemia e quindi di rischio generalizzato per la salute della collettività. La libertà di non immunizzarsi non viene lesa, ma devono rimanere in piedi le limitazioni che questo comporta”.

Avvallare l’uso non etico di risorse limitate? Dunque lo stato mi lascia una libera scelta che però posso esercitare solo se il mio reddito annuale va a tre cifre, in quanto non sarebbe etico farmi avere i tamponi gratuitamente.

Certe volte mi chiedo se abbiamo completamente assorbito l’irrazionale isteria che il primo lockdown ci ha lasciato dentro.

Un tampone a pagamento non rende libera la mia scelta di non vaccinarmi, e mi toglie qualunque fiducia verso uno stato che fa solo finta di dirmi che sono libero di prendere una decisione autonoma sul tema. Anche perché lo stiamo scoprendo in questi giorni cosa significa scegliere liberamente di non vaccinarsi: ovvero appurare che in realtà devi farlo obbligatoriamente se non vuoi morire di fame.

IO, Stato, ti avevo detto che era una libera scelta solo perché ho deciso che mentirti, ingannarti era la soluzione migliore per obbligarti a farlo senza perdere tempo a discutere. 

Una deriva paternalistica che in democrazia genera mostri.   

Molti scienziati, e Rasi non sembra essere da meno, non sopportano che i cittadini abbiano una libera scelta su un tema che loro ritengono fondamentale per la salute pubblica.  Non riservano pietà per chi adesso perderà il lavoro a causa del suo rifiuto di munirsi di passaporto vaccinale. Chissenefrega dicono, un motivo in più per vaccinarsi. Perchè il punto è questo, è più importante far cessare la pandemia, ed è giusto che la democrazia venga implicitamente soppressa laddove vi siano dei biechi oppositori complottisti che ostacolano il benessere pubblico.  

Sarebbe stato più sano pretendere che il governo si assumesse la responsabilità di una campagna obbligatoria di vaccinazione. Battaglia che in parte è stata giustamente portata avanti. Ma quando il governo ha deciso di non prendersi questo rischio, tanti uomini di scienza(?), piuttosto che attaccare l’esecutivo per la codardia dimostrata, hanno invece deciso di stigmatizzare brutalmente tutti coloro che decidevano di scegliere liberamente di non vaccinarsi. Loro non hanno scuse, meritano tutto ciò che gli accade. Meritano di pagare il conto più salato possibile della loro libera scelta.

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Nessuno si rende conto di quanto è pericoloso un ragionamento del genere?

Siamo davvero disposti a sopprimere i principi fondanti della nostra democrazia pur di mettere fine alla pandemia? Ci sarà un mondo da ricostruire al termine di questa storia, e le basi che stiamo gettando sono inquietanti, anche perchè iniziano gradualmente a sconfessare i pilastri liberali su cui poggia la nostra democrazia. 

Le dichiarazioni a riguardo di Rasi mi sembrano l’anticamera migliore possibile per una futura tecnocrazia in cui la nostra opinione non vale niente se scienza e tecnica dicono il contrario su questioni fondamentali.

A questo punto, sarebbe meglio proclamare un vero stato di emergenza e sospendere il nostro stato di diritto. Perchè ci sono dei motivi se la politica non se l’è sentita di imporre la vaccinazione obbligatoria, motivi che vanno oltre la mancanza di coraggio di questo esecutivo. Navighiamo su un terreno estremamente scivoloso in cui la democrazia è stata già piegata più volte (un giorno forse realizzeremo pienamente cosa ha comportato introdurre un coprifuoco) per esigenze giuste ed eticamente comprensibili, mirate a tutelare la salute di tutti.

Ma sul Green Pass è stato oltrepassato un limite, e i cittadini iniziano a comprenderlo. Persino i cittadini come me, che il Green Pass lo hanno in tasca, ma che adesso hanno paura perchè non può funzionare così una libera scelta su un trattamento sanitario: non può funzionare così, non può avere queste conseguenze.

Non in democrazia.

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