Salvini a processo sul caso Open Arms, Richard Gere finisce tra i testimoni

Matteo Salvini a processo sul caso Open Arms, oggi la prima udienza nell’aula bunker di Palermo. Tra i testimoni ammesso anche l’attore americano Richard Gere, pronto a rilasciare la sua deposizione. Insieme a lui, anche diversi esponenti del governo Conte II.

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Salvini a processo sul caso Open Arms, Richard Gere tra i testimoni – meteoweek.com

Si è tenuta questa mattina nell’aula Bunker di Palermo la prima udienza per il processo a Matteo Salvini sul caso Open Arms. Il leader della Lega è accusato di sequestro di persona e rifiuto d’atti d’ufficio in riferimento ai fatti dell’agosto 2019, in cui era ministro dell’Interno, e per i quali la nave rimase per quasi tre settimane in mare in attesa di un porto di sbarco. Secondo quanto si apprende, il Tribunale ha accolto tutte le richieste e ha accettato i testimoni, iscritti in un sostanzioso elenco. Tra questi vi figurano diversi esponenti del governo Conte II – in carica al momento dei fatti – come lo stesso premier Giuseppe Conte, Luigi Di Maio, Danilo Toninelli, Elisabetta Trenta. A testimoniare contro Salvini, però, vi è anche l’attore americano Richard Gere, chiamato in causa perché salì sulla Open Arms in missione umanitaria.

Caso Open Arms, Richard Gere ammesso tra i testimoni

Il processo, invece, è stato rinviato al prossimo 17 dicembre, per l’esame dei primi tre testimoni della Procura. A deciderlo il presidente della seconda sezione penale del Tribunale di Palermo, Roberto Murgia. Questa mattina il leader della Lega e l’avvocato Giulia Bongiorno si sono recati al Carcere Pagliarelli di Palermo per la prima l’udienza. Tra i testimoni al processo, però, fa molto parlare il nome dell’attore americano Richard Gere, che ha avanzato la richiesta di deposizione in merito ai fatti di agosto 2019.

In merito all’inclusione dell’attore, il procuratore Francesco Lo Voi si era in precedenza opposto, temendo una “spettacolarizzazione” dell’udienza. “A proposito dell’inserimento tra i testi dell’attore e star internazionale Richard Gere, richiesta da una parte civile, ricordo che un teste deve essere ammesso e sentito per fornire un contributo utile. Al di là della spettacolarizzazione data dalla presenza di una star internazionale, che non interessa questa Procura, ci sono ben altri e ben più qualificati testi che possano riferire sulle condizioni complessive dell’imbarcazione, sullo stato dei naufraghi e del personale di bordo. Quindi al di là degli aspetti solidaristici che apprezziamo, non ci pare che la testimonianza di Richard Gere possa apportare un contributo decisivo per la definizione di questo procedimento”, aveva infatti tuonato Lo Voi.

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Della stessa linea sono in realtà anche i legali di Matteo Salvini, che non hanno preso bene la recente inclusione di Gere tra i testimoni al processo. “Non abbiamo nulla contro la richiesta di deposizione dell’attore Richard Gere anche se la riteniamo sovrabbondante”, ha infatti detto Giulia Bongiorno. “Ditemi voi quanto è un serio un processo dove verrà da Hollywood a testimoniare sulla mia cattiveria Richard Gere. Spero che duri il meno possibile perché ci sono cose più importanti di cui occuparsi. Mi spiace solo per due cose: per il tempo che tolgo ai miei figli e per i soldi che gli italiani spendono per questo processo politico organizzato dalla sinistra in un anno in cui gli sbarchi raddoppiano nonostante il Covid. Difendere i confini, la sicurezza l’onore di un Paese è un dovere, andare a processo perché ho fatto il mio dovere è surreale”, ha invece sottolineato il segretario della Lega.

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E ha poi incalzato: “Non ho parlato con Oscar Camps, non prendo lezioni da comandanti di navi che si sentono al di sopra delle leggi. Ci sono sicuramente dei motivi economici, in Italia ci sono diverse inchieste sui soldi che le Ong guadagnano con questa loro attività. Non vorrei che al di là dell’umanità ci fosse dietro un interesse economico in questo traffico di essere umani perché alcune sentenze in Italia, seppure in primo grado, hanno già condannato qualcuno per avere rubato grazie all’immigrazione clandestina”.

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