Medici non interrompono la gravidanza, la donna muore di sepsi

Izabela Sajbor, 30 anni, è morta di sepsi in Polonia, dove è scoppiata una forte polemica in merito a questo caso

Izabela Sajbor-Meteoweek.com

È polemica in questi giorno sul caso del decesso di Izabela Sajbor, 30 anni, morta lo scorso 22 settembre 2021 a causa di una sepsi, come riporta Il Corriere della Sera. Si tratta di una delle prime morti occorse dopo la sentenza della Corte Costituzionale, pronunciata il 22 ottobre 2020, che afferma che l’aborto è incostituzionale se vi sono malformazioni gravi nel feto. Questa sentenza ha portato a ulteriori restrizioni in merito alla legge sull’aborto polacca, già tra le più dure al mondo. Di conseguenza, sono sorte moltissime polemiche.

La legale della famiglia di Izabela, Jolanta Budzowska, ha scritto su Twitter:«I medici hanno aspettato che il feto morisse. Il feto è morto, il paziente è morto. Shock settico». Izabela era ricoverata all’ospedale di Pszczyna, e aveva chiesto di abortire dopo aver perso il liquido amniotico. I medici glielo hanno vietato, e lei è morta in meno di un giorno dopo essere entrata in ospedale. Il giorno prima del decesso aveva scritto un messaggio alla sua famiglia dicendo di trovarsi “in uno stato di attesa“. Izabela lascia la figlia Maja e il marito.

Budzowska prosegue parlando della legge sull’aborto:«La sentenza della Corte Costituzionale crea in realtà un effetto di blocco negli ospedali causato dalla paura di essere ritenuti responsabili penalmente». In sostanza, piuttosto che rischiare un’accusa di aborto, si preferisce attendere la necrotizzazione del feto. Alcuni medici hanno raccontato in modo anonimo della paura provocata dalla suddetta sentenza:«Più una città è piccola e più diventa impossibile prendere la decisione giusta».

Polonia proteste-Meteoweek.com

Intanto la procura di Katowice sta indagando sul caso. La famiglia accusa l’ospedale di errore medico, l’organizzazione cattolica polacca ammonisce l’opposizione di non usare in modo inadeguato questo errore. L’ospedale di Pszczyna ha affermato che «tutte le decisioni dei medici sono state fatte rispettando la legge polacca e lo standard di terapia». Nel frattempo, due medici hanno subìto una sospensione.

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Monika Rosa della Koalicja Obywatelska (Coalizione dei cittadini) ha detto che «la sentenza in ogni caso è l’attesa della morte». Si attende il decesso del feto o della madre. A raccontare com’è questa “attesa” è Alicja Wirwicka, giornalista di Onet, che in passato ha avuto un’emorragia profusa. I medici le avevano detto che il feto sarebbe morto e che avrebbe solo dovuto ricoverarsi dopo la morte del piccolo.

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Wirwicka ha dovuto vivere ogni singolo secondo della morte del bambino che aspettava, un decesso che infine ha reso contenti i medici che non hanno perso tutti e due.

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