Torna l’incubo aviaria: sequestrati 50mila tacchini, nuovi casi in tutta Italia

Sequestrati 50mila tacchini nel Ferrarese. Cluster anche in provincia di Verona, accertati già circa una ventina di focolai

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Nuovo focolaio di influenza aviaria in provincia di Ferrara, dopo neanche un mese da quello occorso a Codigoro (Ferrara) che a fine ottobre aveva comportato l’abbattimento di 38mila tacchini. Stavolta, a essere sequestrati sono 50mila tacchini. Il sequestro riguarda un allevamento avicolo sito a Lagosanto e che fa capo a una ditta che fa parte del gruppo Amadori. Il cluster è emerso lo scorso 5 novembre, e il livello del virus è definito «di bassa patogenicità».

Non appena avuta la notizia, l’Asl di Ferrara e il Comune hanno preso misure urgenti per evitare che la malattia si diffonda. Per ora gli animali sono sotto sequestro e non possono uscire, sia vivi sia morti. È inoltre vietato introdurre altri animali e non è possibile accedere per chiunque non si occupi di gestire il cluster.

Ma non è tutto, perché l’allerta aviaria c’è anche in provincia di Verona, dove si sono registrati circa venti cluster del virus aviaria H5N1, con migliaia di tacchini interessati dalla malattia. È quanto ha spiegato Carlo Giulietti, presidente Copagri Veneto. «La situazione al momento sembra essere sotto controllo ma è fondamentale mantenere alta l’attenzione, vista l’aggressività e la pericolosità del virus. Invitiamo tutti gli allevamenti avicoli a rispettare i protocolli individuati per evitare il rischio di contagi indiretti; attenzione quindi alla disinfezione dei camion, all’ingresso e all’uscita dall’azienda, e all’utilizzo di calzari e abbigliamento dedicato, evitando il contatto diretto tra uccelli selvatici e pollame e limitando le visite esterne in allevamento».

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«Il rischio concreto, infatti, oltre al danno economico già maturato, al momento difficilmente quantificabile, è quello di offrire il fianco all’avanzata dell’epizozia, con la malaugurata possibilità di vederla arrivare in Lombardia ed Emilia-Romagna, regioni nelle quali insieme al Veneto si concentra più della metà del patrimonio avicolo italiano; ricordiamo, inoltre, che gli uccelli migratori del Nord Europa devono ancora attraversare le nostre zone per andare verso il continente africano», sottolinea ancora Giulietti.

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Carlo Giulietti fornisce anche delle linee guide che gli allevatori avicoli dovrebbero seguire. «La priorità, al momento, deve essere quella di procedere con i tamponi tracheali agli animali, così da avere un quadro completo della situazione; conseguentemente, bisogna accelerare con le attività di abbattimento dei capi risultati infetti e con la macellazione dei capi sani e pronti, così da scongiurare il rischio di nuovi casi positivi, che si tradurrebbero in ulteriori ripercussioni economiche.

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È bene ricordare che si tratta di un virus proveniente dagli animali selvatici, spesso asintomatici, che li trasmettono al pollame dei nostri allevamenti, i quali ricordiamo essere degli encomiabili esempi in termini di biosicurezza, visti i puntuali e costanti monitoraggi ai quali sono sottoposti grazie al lavoro dell’autorità sanitaria, e in particolare dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie».

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