Strage Sassuolo: uccide moglie, figli e suocera, poi il suicidio. Le urla: “Ti prego, i bambini no!”

Strage di Sassuolo, il 38enne Nabil Dahir uccide moglie, figli e suocera, poi tenta il suicidio. Le urla dall’appartamento: “Ti prego, i bambini no!”. Unico superstite il bisnonno di 97 anni, ora testimone.

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strage di Sassuolo, la scientifica sul luogo del delitto (foto via Il Resto del Carlino) – meteoweek.com

Strage in quel di Sassuolo. La drammatica vicenda ha preso luogo nella giornata di ieri, in provincia di Modena, fra le 15 e le 16. Nabil Dahir, tunisino di 38 anni, ha ucciso la moglie, la suocera e i due figli di 5 e 2 anni a coltellate, e poi si è tolto la vita. Sul posto la polizia, che non ha potuto fare altro che constatare il decesso sia del responsabile che delle vittime. Un episodio violento, questo, che macchia di rosso gli ultimi giorni del Modenese: infatti, insieme al caso di Carlo Evangelisti (48enne che ha ucciso la madre), oggi si apprende di un altro tentativo di omicidio-suicidio, perpetrato da un uomo che, dopo aver ucciso la moglie, ha cercato di togliersi la vita.

Risparmiati la figliastra e il bisnonno

Si apprendono nuovi particolari, in merito a quella che è stata definita la strage di Sassuolo. L’orrore si è verificato nel pomeriggio di ieri, in via Manin, poco lontano dal centro. Il responsabile è Nabil Dahir, 38enne che, impugnando un coltello, ha fatto fuori in preda alla rabbia i figli di 2 e 5 anni, Ismaele e Sami, la compagna Elisa Mulas (43 anni) e la suocera Simonetta Fontana (64 anni). Dopo aver commesso un simile, atroce delitto, pare si sia poi rivolto l’arma contro, e avrebbe fatto per togliersi la vita. Unico superstite della strage – ora testimone della vicenda – è il bisnonno di 97 anni. Mentre i vicini di casa, tra le 15 e le 16 del pomeriggio, avrebbero sentito delle forti urla provenire dall’appartamento: “No, ti prego, i bambini, no“.

Secondo quanto è stato ricostruito nelle ultime ore dagli inquirenti, la vicenda ha inizio tra i banchi di scuola del Distretto Ceramico. La primogenita di Elisa Mulas, una ragazzina di 11 anni avuta da un precedente matrimonio, rimane in attesa che un suo famigliare la possa riportare a casa dopo le lezioni. Ma a prenderla non viene nessuno. Gli insegnanti della bambina, preoccupati, chiamano allora lo zio, che si dirige quindi tempestivamente a casa di Elisa, sua sorella.

Apre la porta, e davanti ai suoi occhi si scopre l’orrore. A terra cinque corpi senza vita, quattro dei quali straziati dalle coltellate che il 38enne ha inferto loro. Immediato l’intervento dei sanitari del 118, con gli uomini della squadra Mobile e gli agenti di Sassuolo al seguito. Troppo tardi per tentare una qualsiasi operazione di soccorso: allertato, allora, anche il dipartimento della scientifica.

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Secondo quanto riportato da Il Resto del Carlino, nonostante via Manin sia stata immediatamente interdetta al traffico, la voce della strage si è diffusa in pochissimo tempo per tutta la comunità. Incredule le persone che conoscevano Elisa Mulas, che hanno così raccontato ai giornalisti: “Ho incontrato Elisa due settimane fa – spiega una sua amica – mi aveva detto di essere finalmente riuscita a lasciarlo, facendomi ascoltare un audio che lei stessa aveva registrato nel quale Nabil diceva ’Ti uccido’”.

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Secondo quanto ricostruito fino a questo momento, dunque, Nabil Dahir avrebbe ucciso la moglie e i figli in preda alla rabbia, a causa della fine di quella relazione, fine che non riusciva ad accettare. Come riportato dalle fonti, inoltre, prima della strage il 38enne, che lavorava come commesso alla Lidl, avrebbe comprato in un bar due ovetti Kinder, da consegnare ai due bambini. Per gli inquirenti potrebbe trattarsi di un escamotage dell’uomo, un finto gesto di riappacificazione che gli ha permesso però di farsi aprire la porta. Non è ancora del tutto chiaro, invece, se Nabil (che pare soffrisse di seri problemi di salute), si sia realmente suicidato, oppure se sia morto a causa delle complicazione di una ferita procuratasi durante la colluttazione con le sue vittime.

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