Leopolda 2021, Renzi attacca tutti: alleati, avversari e giornalisti

Il leader di Italia Viva parla solo di se stesso e dei suoi problemi. All’undicesimo convegno di Firenze non c’è spazio per la politica

Si chiude anche questa edizione della Leopolda, la undicesima. Solito mattatore Matteo Renzi che dal palco dell’ex-stazione di Firenze chiude la manifestazione con duri attacchi nei confronti di avversari, ex-alleati e giornalisti. Più che un convegno politico, questa edizione è apparsa dunque come l’ennesimo canto del cigno del leader di Italia Viva, schiacciato dalle critiche per le sue scelte, le inchieste sui sui conti e viaggi all’estero.

In tutto il discorso di Renzi manca una cosa: la politica. Sebbene abbia il diritto di difendersi sia mediaticamente che dentro i tribunali, la Leopolda conferma ancora una volta che l‘ex-segretario del Partito Democratico parla solo e soltanto di problemi personali, dimenticando del tutto le problematiche reali del Paese, a cominciare dall’emergenza Covid e come affrontare la crisi economica che deriva dalla pandemia.

Interverrò a ogni udienza del processo. Non hanno trovato niente e stanno facendo pesca a strascico. Imprenditori hanno liberamente deciso con dei bonifici di finanziare la Fondazione” tuona riferendosi al processo sulla Fondazione Open, che dal 2012 al 2018 finanziava parte delle attività dell’ex-Presidente del Consiglio. Renzi ritiene assurde e inutili le “perquisizioni alle 6,30 del mattino. Sono pubbliche le mie mail anche di quando ero Presidente del Consiglio. Hanno violato la privacy, pubblicando sms senza alcun rilievo penale. Per le perquisizioni hanno usato più persone per Open che non per Matteo Messina Denaro”.

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Hanno fatto un’operazione di sputtanamento mediatico – continua –. È lo stesso pm che arrestò i miei genitori. Arresti che sono stati poi annullati. È lo stesso pm che ha indagato mio cognato e mia sorella. Non mi sento perseguitato, ma questo processo è mediatico. Non si parla né di Venezuela né di mascherine. Sui media si parla solo di Open. Io non ho paura della verità, mi difenderò nella sede penale e in Parlamento. Chiederò anche i danni in sede civile per i miei figli e la mia famiglia. Male non fare paura non avere. Non c’è mai stato un finanziamento illecito. La verità è più forte delle fake news” ha tuonato Renzi.

Poi se la prende con il giornale diretto da Marco Travaglio: “Hanno spiattellato sul Fatto quotidiano il conto corrente di un parlamentare. Sono dati che erano stati tutti regolarmente dichiarati. Ma come è possibile che sia stato acquisito il conto corrente di un parlamentare senza seguire le necessarie procedure?“.

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Infine attacca gli altri partiti: “Ho l’impressione che abbiano l’interesse ad andare a votare – afferma riferendosi ai leader dei partiti principali –. Un interesse che è politico e in alcuni casi personale, perché qualcuno vuole portare in Parlamento il suo gruppo di riferimento“. Ma per Renzi il voto sarebbe “un errore per il nostro Paese, perché la priorità deve essere quella di lavorare sul Pnrr, una mole di denari incredibile, che non avremo per anni”. Ma in caso di elezione anticipata “ ci troveranno pronti, sorridenti ed entusiasti con tutta la forza delle nostre idee, che non abbiamo cambiato per abbracciare Conte o Meloni”.

E poi, immancabile, l’attacco agli ex-amici del Partito Democratico: “A chi ci dice che siamo in contraddizione con noi stessi, ricordo che dieci mesi fa diceva ‘o Conte o morte’. Oggi abbiamo meno poltrone, ma l’Italia è salva grazie a Draghi e a Iv e non grazie a un’allegra combriccola di persone che pensano solo a se stesse”. E continua criticando l’alleanza con il M5s: “Se il Pd sceglie di fare la sfida contro la destra nel campo del riformismo europeo, deve tagliare i ponti con chi è così populista da non avere neanche un’idea, con chi è così populista da prenderla in prestito da altri, come fa Conte”.

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Infine il tema del momento: l’elezione del prossimo Presidente della Repubblica, partita fondamentale in cui Renzi sa di avere ancora molte carte da giocare. Il leader di Italia Viva si dichiara “fiero aver concorso all’elezione al Quirinale di un galantuomo come Sergio Mattarella, che ha governato il nostro Paese in un momento in cui qualcuno voleva processarlo per alto tradimento. Ha servito le istituzioni e a lui va il nostro grazie”. E sulla scelta del suo successore “dovremmo avere come stella polare una volta di più l’interesse del Paese, il suo prestigio internazionale, la stabilità delle sue istituzioni, la forza della propria influenza culturale, economica, politica” servirà dunque un Presidente che sia in grado di garantire la transizione democratica a livello europeo, perché noi abbiamo bisogno di un’Europa più forte”. 

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Matteo Renzi lancia poi la candidatura di Davide Faraone a sindaco di Palermo, nel capoluogo siciliano si voterà l’anno prossimo e Italia Viva, almeno per ora, correrà senza altri alleati. Infine ribadisce le sue critiche al ddl Zan e a come è stato gestito l’iter della legge in Parlamento: “E’ il simbolo di una sinistra che sta dalla parte del bla bla bla e non dei valori. La politica è portare le leggi in Gazzetta Ufficiale, non portare gli striscioni nei cortei. La Leopolda è un vivaio dove nascono le idee che cambiano il Paese. Come quella sulle unioni civili. Tenetevi i vostri post, inseguite gli influencer ma non diteci che questa è la politica” ha concluso.

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