Camorra, bliz contro clan Gionta e IV Sistema: effettuati 19 arresti

I Carabinieri hanno eseguito un blitz contro i clan della Camorra Gionta e IV Sistema; sono stati effettuati 19 arresti.

I Carabinieri del Gruppo di Torre Annunziata hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dall’ufficio del gip del Tribunale di Napoli, su richiesta della Dda nei confronti di 19 persone gravemente indiziate, a vario titolo, di associazione mafiosa, estorsione aggravata dal metodo mafioso, porto e detenzione di armi da sparo, tutti appartenenti ai contrapposti clan camorristici ‘Gionta’ e ‘IV Sistema’ attivi nel territorio di Torre Annunziata.

Blitz contro clan rivali Gionta e IV Sistema: 19 arresti con gravi imputazioni

Le indagini, coordinate dalla Direzione distrettuale antimafia di Napoli e condotte dai Carabinieri del Nucleo investigativo di Torre Annunziata, sono state avviate a seguito del tentato omicidio di Giuseppe Carpentieri, 51 anni, ritenuto elemento di spicco del clan e genero del boss Valentino Gionta, anche lui tra i destinatari del provvedimento eseguito oggi poiché ritenuto ancora al vertice dell’organizzazione, avvalendosi della collaborazione dei familiari più stretti, tra cui la figlia Teresa, 47 anni, lo stesso Carpentieri e l’omonimo nipote Valentino Gionta, 38 anni.

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Le indagini hanno riguardato elementi apicali del clan Gionta, detto anche dei Valentini, accertandone la capacità di controllo del territorio mediante l’intimidazione mafiosa, l’opprimente rete estorsiva ai danni di attività economiche locali e la capacità di fronteggiare militarmente le fazioni contrapposte, grazie alla disponibilità di armi ed esplosivi.

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Nello scontro armato tra i clan sarebbe maturato l’agguato a Carpentieri, avvenuto il 6 maggio 2020, per la cui esecuzione risultano raggiunti da gravi indizi di colpevolezza i fratelli Pasquale e Luca Cherillo, rispettivamente di 37 e 32 anni, entrambi allo stato detenuti, ritenuti promotori del nuovo clan denominato “IV Sistema”, con base nel quartiere popolare del Parco Penniniello. I due, secondo quanto ricostruito, sarebbero stati mossi da sentimenti di vendetta per l’omicidio del nonno Natale Scarpa, ucciso il 14 giugno 2006 in un agguato eseguito da sicari del clan Gionta.

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