Nei giorni scorsi i ricercatori precari del CNR si sono dati appuntamento davanti al Ministero dell’Istruzione a Trastevere (Roma): riuniti per una lotta comune, hanno voluto manifestare per il diritto ad un posto stabile dopo anni di incertezza lavorativa. Anni di precariato, l’impegno per superare un concorso nel 2018 e la speranza per i ricercatori precari del CNR (Consiglio nazionale di ricerche) di trovare finalmente un pò di stabilità.
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“Il processo di stabilizzazione è iniziato nel 2017 con la legge Madia e proseguito fino al 2020. Quest’anno invece i finanzamenti non sono stati devoluti agli idonei in graduatoria, che inzia a scadere altrimenti dopo 10 anni saremo fuori dal CNR, l’Ente di ricerca più grande in Italia” – spiega a Meteoweek Eugenia, ricercatrice precaria del CNR da diversi anni.
Promesse disattese da parte delle Istituzioni, rimpalli tra Ministero e CNR, che dal canto suo ribadiva come una certa quota di fondi non potesse essere utilizzata per lo scorrimento di graduatoria.
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Questa volta però la determinazione dei lavoratori precari è stata premiata: il CNR ha approvato l’assunzione di 328 ricercatori che da febbraio 2022 entreranno in pianta stabile all’interno della pubblica amministrazione.
Per i restanti 70 dei 400 iniziali però, la situazione è ancora in alto mare: penalizzati dai criteri della legge Madia per le assunzioni, per il momento sono stati esclusi dallea regolarizzazione di massa decisa in questi giorni.