Un’Europa in blackout per giorni con milioni di novax in preda alla paranoia

L’Europa in questo periodo sta facendo i conti fatalmente con tante sue contraddizioni.

Il vecchio continente sta lottando strenuamente contro il Coronavirus. Per riuscire a trionfare contro la tremenda pandemia ha fatto ricorso ad una campagna vaccinale massiccia. Questa campagna vaccinale ha avuto un buon successo, ma ha anche generato un effetto collaterale imprevisto: la nascita di un forte movimento ostile alla narrativa dominante. Questo movimento in realtà è piuttosto composito perché ospita al suo interno sia persone contrarie ai vaccini, che persone contrarie ai documenti che attestano la vaccinazione come i green pass. Si tratta di un’ondata contraddistinta da numeri importanti. E’ un’ondata assai composita perché unisce insieme persone che fanno ragionamenti di buon senso e che rientrano a pieno titolo nel diritto individuale ad autodeterminarsi a complottisti rabbiosi e spesso violenti.

Una grossa frattura sociale

Il tutto è stato esasperato da proposte fastidiose come i lockdown per i soli non vaccinati. In questa marea vischiosa che si oppone alle decisioni degli stati membri, c’è un elemento di potenziale destabilizzazione per l’ordine costituito. Con ciò non si vuole assolutamente sostenere che le frange pacifiche di questo movimento non abbiano diritto a dire la loro e a comportarsi come meglio credono, ci mancherebbe. Semplicemente si registra freddamente come in Europa oggi ci sia una frattura assai marcata. Esiste tutto un mondo di novax e nopass che a torto o a ragione si sentono stranieri in Europa. Neppure aiuta il fatto che spesso vengano trattati come poveri decerebrati.

Un altro problema con cui l’Europa si trova a fare i conti è una transizione green annunciata sempre sulla stampa, ma mai realmente realizzata. Il nostro continente ha cercato di diventare meno inquinante, ma è rimasto clamorosamente dipendente da petrolio e gas naturale che vengono da fuori. Con l’inflazione tremenda che stiamo sperimentando e con la necessità di importare fonti energetiche da paesi extra UE, molti autorevoli esperti del settore delle commodities hanno avvertito che quest’inverno l’Europa rischia seriamente di rimanere al buio. Anche il Ministro Giorgetti recentemente ha parlato chiaramente del rischio blackout. Dunque noi andiamo incontro alla possibilità veramente poco allegra di un’Europa nella quale milioni di persone si sentono oppresse da un regime dittatoriale che le sta privando dei loro diritti e che per giunta può rimanere anche al buio, quindi priva di riscaldamento, priva dei servizi essenziali, della connessione ad Internet eccetera.

Freddo, buio e paranoia

Francamente chi scrive avrebbe difficoltà ad immaginare uno scenario più inquietante. Nel buio freddo della propria solitudine angosciata, i complottisti si sentirebbero schiacciati da un disegno spaventoso che vuole isolarli e sterminarli. Le fantasie più deliranti prenderebbero corpo e i disordini ai quali abbiamo assistito fino ad oggi ci apparirebbero una scampagnata rispetto alla guerriglia che potrebbe svilupparsi. Anche perché le forze dell’ordine e l’esercito sarebbero drammaticamente ostacolati nella loro opera. Chi scrive ritiene seriamente che sia il caso di trattare la questione dell’energy crunch non come un fastidio legato al caro bollette, ma come una grave questione di ordine pubblico e di agire di conseguenza.

Magari a conti fatti i blackout non ci saranno. Così come magari pure nel buio più totale e anche protratto per giorni, la gente manterrà comunque equilibrio e sangue freddo.

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Ma davvero sarebbe il caso di fare di tutto per evitare di creare questo clamoroso esperimento sociale.

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Ricordiamo che durante il blackout di NY del ’77 la città, che scontava crisi economica e scarsa coesione sociale (!) divenne teatro di una spaventosa guerriglia urbana rimasta negli annali. E parliamo di un blackout che è durato circa 24 ore ed ha coinvolto una singola città.

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