50 milioni al mese per curare i no vax, quanto ci costa l’etica medica?

Chi non si vaccina pesa sulle casse dello Stato, ma non possiamo mettere in discussione il diritto alla cura. Come succede in altri Paesi

Ogni mese spendiamo circa 50 milioni di euro per curare i no vax che vanno in ospedale. Sono mezzo miliardo di euro l’anno, che potremmo riservare per curare altre malattie, che in questo momento non riusciamo a curare“. Lo ha detto Walter Ricciardi, consulente del ministero della Salute, durante una intervista andata in onda ieri su La7, ospite di Giovanni Floris a diMartedì.

Sono cifre che ci danno il senso di quanto sia importante la vaccinazione, non solo per la salvaguardia della salute di ogni cittadino, ma affinché il sistema sanitario non collassi e possa utilizzare le proprie risorse anche per coprire necessità mediche che non hanno origine dal Covid-19.

Del resto, come avevamo già raccontato in un articolo pubblicato da Meteoweek alcune settimane fa, solitamente l’87% delle persone ospedalizzate per Covid non è vaccinato. Il periodo preso in analisi andava dal 13 agosto al 12 settembre 2021, un lasso di tempo che è costato alle casse del Servizio Sanitario Nazionale, ovvero dei contribuenti, per le cure dei ricoverati ben 70 milioni di euro. Facendo una media si tratta di 709,72 euro al giorno per ogni ricoverato, mentre il costo lievita per chi si trova in terapia intensiva a 1.680,59 euro al giorno.

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Stando a quanto pubblicato dai dati forniti dal Censis, il 6% degli italiani nega addirittura l’esistenza stessa del Covid mentre il 10.9 per cento riterrebbe inutile il vaccino. “Con il green pass non riusciremo a convincere tutti a vaccinarsi, ma una buona parte si – continua Ricciardi nella sua intervista -. Si renderanno conto che se non si vaccinano, questa emergenza continuerà per anni, tutto il Paese ne risentirà” afferma il virologo.

E SE LE CURE NON FOSSERO GRATIS?

Il Sistema Sanitario Nazionale in Italia ha una caratteristica: le cure sono accessibili a tutti e gratuite. Nessuna persona che si ammala di Covid e finisce in una struttura ospedaliera è costretta a pagare, nemmeno se non ha ricevuto la vaccinazione per sua scelta, come spesso accade. Qualche esponente del mondo della scienza e della politica aveva provato a lanciare una provocazione in questi duri mesi di pandemia: “Se non ti vaccini e ti ammali, le cure te le paghi da solo“. Una provocazione appunto, che per fortuna non è stata raccolta.

Perché essere curati è un diritto che dovrebbe essere universalmente riconosciuto, aldilà delle proprie scelte, anche se insensate, e della propria condizione. Immaginate se non curassimo chi fuma perché ha contratto un cancro ai polmoni o chi si è gravemente ferito a seguito di un incidente perché guidava ubriaco o andava troppo veloce. La sanità non è un premio ma qualcosa che ogni essere umano dovrebbe avere come diritto di nascita. E l’Italia in questo senso è molto più avanti di certi Paesi.

Lorenzo Damiano, leader dei no-vax, “pentito” dopo avere contratto il virus ed essere stato ricoverato in terapia intensiva. Recentemente ha dichiarato: “Sono pronto a diventare testimonial pro-vaccini”

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Prendiamo l’esempio di Singapore: le autorità locali hanno deciso che dall’8 dicembre, in prossimità della quarta ondata di Covid, coloro che non si sono sottoposti alla vaccinazione e finiranno in terapia intensiva, dovranno pagare le spese mediche per le cure. Una scelta che il ministro della Sanità Ong Ye Kung ha definito “un segnale importante per spingere tutti a immunizzarsi” ma che potrebbe diventare disastroso per la vita di molte persone.

Un sanitario che dovesse decidere di non curare un malato perché impossibilitato a saldare la fattura dell’ospedale, andrebbe contro al giuramento di Ippocrate su cui si basa l’etica medica, senza contare che avrebbe sulla coscienza la sofferenza ed eventualmente la morte del paziente stesso. Ancora più drammatico sarebbe questo scenario:  un cittadino che fosse costretto a pagare una enorme quantità di denaro per curare a una persona a lui cara. Una spesa che non potrebbe sostenere, dovendo scegliere quindi se salvargli la vita o finire in bancarotta.

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Curare è un dovere dello Stato, essere curato è diritto di ogni persona. E dobbiamo curare anche coloro che non vogliono vaccinarsi, magari sperando che la testimonianza della drammatica esperienza di essere duramente colpiti dal Covid possa essere un modo per redimersi e convincere coloro che, come lui, non credono nella pericolosità del virus e dell’importanza della vaccinazione. Alla fine di questi discorsi voi, nel dubbio, vaccinatevi ed evitate di conseguenze peggiori di una semplice puntura.

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