Bielorussia mette embargo su prodotti alimentari made in Italy

Bielorussia mette embargo su prodotti alimentari made in Italy

Cibo italiano-Meteoweek.com

Coldiretti denuncia che dal 1° gennaio 2022 sarà vietato l’ingresso di cibo made in Italy in Bielorussia, con altri prodotti anche dell’Unione Europea

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Alexander Lukashenko ha deciso di mettere l’embargo sul cibo made in Italy dopo le multe stabilite dall’Unione europea nei confronti della Bielorussia per l’atteggiamento avuto nei confronti dei migranti attirati da Paesi terzi ai confini con Polonia, Lituania e Lettonia. È quanto ha comunicato la Coldiretti mettendo in evidenza che il divieto d’ingresso entrerà in vigore dal 1° gennaio 2022 contro una serie di prodotti provenienti dall’Italiae altri Stati Ue, Usa, Canada, Norvegia, Albania, Islanda, Macedonia del Nord, Regno Unito e Irlanda del Nord, Montenegro e Svizzera.

Nello specifico, i prodotti made in Italy soggetti a embargo comprendono «carni suine, bovine, insaccati, carne in salamoia, essiccata o affumicata, farina alimentare da carne o sottoprodotti della carne, latte e prodotti lattiero-caseari (tranne eccezioni), verdure, frutta e noci, grassi e altri oli animali, salsicce, dolciumi, sale ecc».

Nel caso in cui ci saranno ulteriori sanzioni, la Bielorussia intende allargare la liste dei prodotti vietati.

«Si tratta di una decisione che mette a rischio le esportazioni di cibo italiano in Bielorussia, che nel 2021 raggiungeranno un valore complessivo di 38 milioni di euro, secondo una proiezione su dati Istat, con un aumento del 23% nei primi otto mesi dell’anno rispetto a dodici mesi prima. Ma a preoccupare è anche l’annuncio di Lukashenko di voler prendere misure per equilibrare il mercato dei consumatori, anche soddisfacendo la domanda con prodotti di fabbricazione bielorussa.

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Una mossa che rischia di moltiplicare la produzione di falso made in Italy in un Paese che è gia’ tra i piu’ attivi ‘taroccatori’ delle nostre specialità, dalla scamorza alla mozzarella, dalla provoletta fino al mascarpone, tanto da essere diventato tra i principali fornitori del mercato russo proprio dopo la scomparsa dei veri prodotti tricolori in seguito all’embargo scattato il 7 agosto 2014 con decreto del presidente Vladimir Putin e più volte rinnovato come ritorsione alla decisione dell’Unione europea di applicare sanzioni alla Russia per la guerra in Ucraina», spiega Coldiretti.

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«Lo stop alle importazioni rischia di favorire una ulteriore moltiplicazione della produzione e della diffusione di imitazioni che non hanno nulla a che fare con il made in Italy che vale già oltre 100 miliardi sul mercato globale», spiega ancora il presidente Coldiretti Ettore Prandini, mettendo in evidenza che «per difendere il record delle esportazioni agroalimentari nazionali occorre impiegare tutte le energie diplomatiche per superare inutili conflitti e difendere un settore strategico per il Paese e l’Ue danneggiato da dispute commerciali che nulla hanno a che vedere con il comparto agroalimentare».